Eitan, mandato di cattura internazionale per il nonno: "Potrebbe rapirlo ancora"

Chiesta l'estradizione per Peleg e per l'autista che lo aiutò a portare via il bambino sopravvissuto all'incidente del Mottarone. Una testimone: dai nonni tentativi di corruzione per agevolare il sequestro

Il piccolo Eitan

Il piccolo Eitan

Milano, 10 novembre 2021 - Svolta nelle indagini sul caso Eitan, il bambino sopravvissuto alla tragedia del Mottarone e da mesi al centro di una contesa tra due rami familiari. C'è un mandato di cattura internazionale nei confronti del nonno materno del piccolo Eitan, Shmuel Peleg, e dell'uomo di 50 anni, Gabriel Abutul Alon, israeliano residente a Cipro, che era alla guida della macchina con cui il bambino fu portato a Lugano per essere imbarcato su un aereo privato con destinazioneTel Aviv. I due sono accusati di avere sequestrato il bambino sopravvissuto all'incidente del Mottarone sulla base di un "piano strategico premeditato".  Dalle indagini della squadra mobile di Pavia, risulta che tutto è stato studiato nei minimi particolari a partire dal momento in cui Peleg si è reso conto che non sarebbe più riuscito ad ottenere in Italia l'affidamento del nipote. E stamani la Procura generale di Milano ha trasmesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere al ministero della Giustizia con "richiesta di estradizione" da Israele verso l'Italia del nonno materno del piccolo e dell'autista.

I pm: pericolo di reiterazione del reato

Shmuel Peleg potrebbe rapire ancora Eitan se rimanesse in libertà. Il pericolo di reiterazione del reato è contestato nell'ordinanza emessa dal gip di Pavia, su richiesta della Procura, e che ha portato al mandato d'arresto internazionale a carico del nonno materno e di un autista. Contestato anche il pericolo di inquinamento probatorio, mentre dai primi accertamenti risulta che l'autista israeliano Gabriel Abutbul Alon lavorava per una agenzia di contractor con sede negli Usa, "verosimilmente la compagnia militare 'Blackwater'. E, secondo quanto rende noto la Procura di Pavia "è stato 'assunto' dai nonni materni per assisterli e aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo Eitan in Israele. A rendere complicate le indagini - scrive la procura nel mandato di cattura - hanno contribuito anche "i presunti trascorsi di appartenenza militare degli indagati, nonché il fatto che si muovessero in modo 'ombroso' sul territorio italiano con l'utilizzo anche di più autovetture a noleggio e comunicando tra loro con utenze telefoniche estere". 

La testimone: dai nonni tentativi di corruzione per agevolare il sequestro

Dalle indagini risulta anche che i nonni di Eitan, Shmuel Peleg ed Ester Cohen, "avevano da tempo maturato un sentimento di ostilità nei confronti della zia paterna tutrice Aya". Ma non è tutto secondo la testimonianza di una cittadina israeliana,da anni residente in Italia, gli ex coniugi Peleg hanno messo in atto "alcuni tentativi di corruzione al fine di agevolare il sequestro di Eitan". La donna infatti nel mese di luglio scorso era stata contattata telefonicamente per conto di Esther Cohen, con la proposta di aiutarla a portare il bambino in Israele in cambio di una cospicua somma di denaro". Lo comunica la Procura di Pavia secondo la quale, a conferma della "meticolosa pianificazione del sequestro, vi sono "inoltre i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nelle giornate precedenti all'11 settembre e accertati grazie all'analisi del traffico telefonico, in cui il nonno e l'autista hanno definito le fasi finali del progetto criminoso" con il noleggio del volo privato dell'aereo da una compagnia tedesca, che sarebbe costato "42mila euro a Gabriel Alon Abutul".

Il procuratore: aspettiamo la mossa delle autorità israeliane

Ora la prossima mossa spetta alle autorità israeliane. "Aspettiamo di vedere cosa succederà a livello internazionale, ossia la risposta delle autorità israeliane sul mandato d'arresto internazionale e poi procederemo con la chiusura indagini e con la richiesta di processo" ha detto il procuratore facente funzioni della Procura di Pavia Mario Venditti a proposito dei mandati di cattura internazionali nei confronti Peleg e dell'autista. Il procuratore ha precisato che l'ordinanza di custodia cautelare che attiva il mandato d'arresto dovrebbe essere già stata "trasmessa" dalla Procura generale di Milano al ministero della Giustizia.

Nuova udienza a Tel Aviv

Intanto, per domani è fissata davanti alla Corte distrettuale di Tel Aviv la discussione sul ricorso presentato del nonno contro la sentenza della giudice Iris Ilotovic-Segal che, nell'ambito della Convenzione dell'Aja sulla sottrazione internazionale di minori, aveva dato ragione alla zia. Fino alla decisione di secondo grado, però, il bimbo non può tornare in Italia dato che il ricorso blocca la decisione favorevole al  rientro a Pavia. Attualmente il piccolo si trova con la zia paterna in Israele.