Covid, scoperta una nuova terapia: "nanonavette intelligenti" per contrastare l'infezione

La ricerca dell'Università di Sassari in collaborazione con la Ucla di Los Angeles. La nuova tecnologia offre la possibilità di somministrare farmaci anche per via inalatoria

Milano, 22 febbraio 2022 - Possibile svolta in arrivo nella lotta al Covid. Una nuova terapia è stata infatti messa a punto grazie a una ricerca sviluppata dall'Università di Sassari, in collaborazione con la Ucla di Los Angeles e la start up sarda Nanomater srl, e pubblicata sulla rivista di chimica farmaceutica "European Journal of Medicinal Chemistry".

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Lo studio si basa sull'azione di "nanonavette intelligenti" che guidano gli agenti antivirali fino al riconoscimento selettivo delle cellule infettate o che potrebbero infettarsi con il virus Sars-CoV-2. La ricerca, portata avanti da un team coordinato dal chimico farmaceutico Mario Sechi, dell'Università di Sassari, in collaborazione con la nanotecnologa Vanna Sanna della Nanomater e con il biologo Sandro Satta dell'Università della California, ha portato alla realizzazione di nanoparticelle di dimensioni simili a quelle del virus, caricate con il farmaco antivirale Remdesivir, utilizzato come modello, e di recente approvato per il trattamento della malattia.

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La novità introdotta dai ricercatori sardi è che la "nanonavetta" può consentire all'agente antivirale di raggiungere con più selettività le cellule già infettate o che potrebbero infettarsi; in questo modo l'antivirale può essere utilizzato in dosi contenute e limitare eventuali effetti indesiderati per l'organismo. Inoltre, la nuova tecnologia offre la possibilità di somministrare farmaci per il trattamento del Covid per via inalatoria, ampliandone così le potenzialità e le applicazioni terapeutiche.

I risultati degli esperimenti condotti in laboratorio sulle cellule infettate hanno mostrato un significativo incremento dell'attività antivirale del farmaco veicolato e confermato la sua competizione con il virus nell'ingresso nella cellula. "C'è grande soddisfazione per i risultati ottenuti e per l'attenzione ricevuta dallo European Journal of Medicinal Chemistry - commenta Mario Sechi -. Tuttavia, devo purtroppo constatare l'assenza di contributi economici dedicati, nonostante le richieste di supporto o di partecipazione a bandi inoltrate a diverse istituzioni".