Covid quarta ondata: decisivi i prossimi due mesi. Ipotesi terza dose per tutti da gennaio

Cartabellotta: il nostro tallone d'Achille? I 2 milioni 700mila italiani senza neppure una dose, determinante spingere su booster. Stretta su cortei no green pass

Covid: allerta per la quarta ondata

Covid: allerta per la quarta ondata

Milano - Due mesi decisivi, per arginare la nuova corsa del virus e resistere alla quarta ondata Covid, che sta spaventando l'Europa. La lotta al virus in Italia passa dalla campagna per la terza dose. L'obiettivo è coprire in primis i più fragili, allargando poi la somministrazione anche agli under 60. "E' necessario partire il prima possibile con la terza dose, aperta a tutti e seguendo l'ordine di priorità - ha detto oggi Sandra Zampa (Pd), consulente del ministero della Salute a Otto e Mezzo su La7. Per fare questo servirà che le regioni riaprano alcuni hub vaccinali ma penso si possa cominciare a vaccinare tutte le categorie già da gennaio". Oggi in Italia sono 6.032 i nuovi casi di coronavirus, con 68 vittime. I tamponi effettuati sono stati 645.689 tamponi per un tasso di positività in discesa allo 0,9%. In aumento invece di 6 unità i posti letto occupati in terapia intensiva, 421 al momento, e di 74 i ricoveri nei reparti ordinari. 

Gimbe e i talloni d'Achille dell'Italia

L'invito a spingere sulla dose booster arriva anche da Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe: ltalia deve "accelerare con la terza dose perché sappiamo che dopo i 60 anni c'è un aumentato rischio di ospedalizzazione e di decesso per le persone fragili" ha evidenziato su Radio 105.  "Noi abbiamo due talloni di Achille: il primo sono circa 2 milioni 700 mila persone che non hanno fatto neanche una dose, sono persone a elevato rischio di ospedalizzazione", ha detto, e "il secondo" è che "dobbiamo accelerare con la terza dose perché sappiamo che dopo i 60 anni c'è un aumentato rischio di ospedalizzazione e di decesso per le persone fragili e soprattutto che la copertura vaccinale nei confronti della malattia grave sta cominciando lentamente a declinare dopo il sesto mese". 

In merito alle vaccinazioni per i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, "in questo momento", ha spiegato Cartabellotta, "aspetterei le decisioni delle autorità regolatorie e poi la pubblicazione dei dati definitivi prima di potermi esprimere. È chiaro che se il vaccino è efficace e sicuro, la copertura della fascia pediatrica dà un'opportunità in più sulla circolazione del virus e soprattutto, a fronte di affermazioni a volte troppo avventate che i bambini non rischiano nulla, i bambini hanno due problemi, quello della malattia grave multiorgano che quando la beccano per fortuna è rara e quello del long covid".

L'allarme in Europa

La situazione italiana, come detto, è migliore di quella della maggior parte degli stati europei. Basti pensare alla Germania, dove oggi si è registrato un nuovo dato record in merito all'incidenza dei contagi. O all'Austria, dove sono scattate nuove limitazioni per i non vaccinati, per arginare la nuova fiammata di contagi. Nel Regno Unito, dove i nuovi casi giornalieri sono oltre 33mila con 262 vittime, è stato definito l'obbligo vaccinale per il personale sanitario, a partire da aprile. In Francia il presidente Emmanuel Macron si è invece rivolto alla Nazione con un appello ad vaccinarsi, illustrando nuove norme legate al green pass (vincolate alla dose di richiamo per gli over 65). 

Bassetti: prossime settimane determinanti

Alcuni Paesi ci sono già entrati "nella quarta ondata epidemica "all'Est Europa stanno vedendo la peggiore ondata delle quattro viste fino a oggi, hanno vaccinato poco. La situazione italiana è ancora sotto controllo, stiamo vedendo un aumento di contagi che per fortuna al momento non sta portando un gran numero di ospedalizzazioni, ma bisogna rimanere cauti perché le prossime settimane saranno determinanti" ha detto oggi Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. "Abbiamo visto le temperature più rigide arrivare in Italia da circa dieci giorni, altri Paesi europei le hanno viste prima di noi, quindi questa differenza di aumento di casi e ospedalizzazioni è verosimilmente legata all'incrocio tra il clima e la nostra copertura vaccinale maggiore di altri Paesi. Bisogna avere cautela ma al momento la situazione è controllata'', ha aggiunto l'infettivologo ospite questa mattina di Rtl 102.5. Come continuare a difendersi? "La cautela migliore è quella di vaccinarsi: i dati che vengono da tutto il mondo ci stanno dicendo che chi si è vaccinato sta meglio dal punto di vista dei contagi. Poi - ha spiegato - è evidente che nei luoghi chiusi la mascherina è sicuramente utile, cerchiamo di usarla bene: soprattutto per le persone più fragili o quelle che non sono certe della copertura, sarebbe meglio utilizzare mascherine più specifiche. Sicuramente, se abbiamo dei sintomi compatibili con una forma influenzale stiamo a casa: il rischio è che se io ho qualcosa, anche se sono vaccinato, rischi di contagiare altre persone. Rimane - ha concluso - il buon senso, che spesso nel nostro Paese viene disatteso''.  

La stretta sui cortei

In Italia in vista una stretta sui cortei. Si allarga, infatti, il focolaio Covid legato ai cortei no Pass di Trieste. Ora i casi superano quota 200, ha detto la Regione. Si è ammalato chi è sceso in piazza, ma poi anche parenti e amici. Di cortei, questa volta sul fronte economico, ha parlato anche il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, a margine dell'apertura del Forum di Conftrasporto, sottolineando che "fanno perdere il 30% del fatturato". I cortei "che si susseguono ogni sabato - aggiunge - sono inaccettabili" ha detto parlando del'effetto delle manifestazioni sul settore che rappresenta. La libertà di espressione deve essere garantita ma la cosa "importante" è evitare che i cortei no Green pass "possano diventare potenziali focolai" di  Covid ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a margine della presentazione di una mostra a Palazzo Lombardia.  A chi gli ha chiesto se le fosse preoccupato per le manifestazioni no Green pass, Fontana ha replicato che "il fatto che siano partecipati da persone che non sono vaccinate e non utilizzano la mascherina credo possa essere pericoloso dal punto di vista sanitario". "Poi non dimentichiamo - ha aggiunto - che credo si debba anche rispettare il lavoro dei commercianti che hanno nel sabato la giornata che dovrebbe essere di maggiore incasso, quindi impedirglielo o ridurre la loro possibilità di svolgere il loro lavoro credo non sia giusto. Credo che perciò, da questi due punti di vista, debbano essere valutate queste manifestazioni. Io sono per la libertà di espressione di ogni tipo e ogni forma di dissenso - ha concluso - però nel rispetto di certe regole e principi".