Milano, 15 marzo 2020 - Domenica di emergenza Coronavirus, con “le città lombarde vuote”, come ha sottolineato dall’assessore al Welfare Giulio Gallera che anche oggi ha fornito i numeri della diffusione del Covid-19 nella regione. In Lombardia i contagiati sono saliti a 13.272, in crescita di 1.587 da un giorno all'altro. I ricoverati in ospedale sono quasi 5mila, 4.898 precisamente. Sono 602 in più rispetto a ieri. “C’è una crescita costante ma non esponenziale e questo rafforza nostro impegno in questa battaglia” ha aggiunto. I ricoverati in terapia intensiva sono "solo 25 in più" rispetto a ieri. "Siamo a 757 in tutto", ha detto Gallera. "Ieri erano cresciute a 75, oggi il dato è ridotto, ma non dobbiamo cantare vittoria". Spicca all’occhio il dato dei decessi: sono 1218, + 252. Con quest'ultimo dato delle ultime 24 ore, quella di oggi è la giornata peggiore in assoluto per numero di morti in regione da quando è scoppiata l'emergenza Covid2: superato il triste "primato" della giornata dell'11 marzo, quando erano stati 149.
I dati dalle province
La provincia di Bergamo rimane quella più colpita dall'emergenza coronavirus in Lombardia, con 3.416 casi positivi, 552 in più rispetto a ieri.Tra le altre province, l'assessore ha spiegato che a Brescia si sono registrati 2473 casi (+351), a Cremona 1792 (+227), a Como 184, a Monza e Brianza 339 (+115), a Lecco 344 (+57), a Lodi 1.320 (+45). Su Lodi, Gallera ha sottolineato come l'aumento sia "solo di 45 casi, a dimostrazione che le misure rigide hanno funzionato". Seguono Mantova con 327 casi (+60), Pavia con 722 casi (+100) e Varese con 184 casi. “Aspettiamo giovedì per vedere se restrizioni iniziano a far sentire un effetto”, ha spiegato.
Ospedali saturi
Continua anche la strategia di alleggerimento degli ospedali di frontiera. Oggi dopo lo sforzo dei giorni scorsi sono state trasferite 60 persone da Crema, Seriate, Alzano, dal Papa Giovanni XXIII di Bergamo. “Ognuno dei nostri presidi è usato al massimo delle possibilità – ha spiegato -. Grande lavoro di squadra con pubblico e privato sullo stesso piano per dare risposta migliore”. Su Brescia per alleggerire sono state usate strutture del Gruppo San Donato. Nel Bresciano “abbiamo messa da parte l'idea dell’ospedale da campo puntando a sfruttare le risorse per assunzioni di personale e aumentare posti letto”.
Reclutamento personale
Sul fronte del reclutamento del personale sono arrivate 1.900 domande. 832 sono state valutate e sono scattati gli invii alle aziende ospedaliere. Gallera ha fatto un appello al senso di responsabilità: “Bisogna avere consapevolezza. Chi si candida non deve tirarsi indietro al momento di scendere in campo perché ci porta via tempo. Chiediamo serietà, forza e coraggio. Siamo in una partita complessa”.
Terapia intensiva: corsa contro il tempo
Il fronte terapia intensiva resta l’aspetto più delicato. “Non l’unico – ha precisato Gallera -. Abbiamo ospedali allo stremo, saturi. Stiamo facendo uno sforzo titanico che stupisce e commuove: abbiamo raggiunto 1.200 posti letto, che aumentano costantemente. Si è recuperato un buon margine rispetto a ieri. Ne avevamo 724, c’è stato un incremento dell’80%, grazie a capacità delle strutture di dare risposte. Abbiamo sfruttato sale operatorie, chiuso e sfruttato unità coronariche, muletti. Messi tutti al servizio dell’emergenza. Per questo riusciamo a dare risposta”. Gallera ha tenuto a "smentire qualsiasi voce di chi vuole mettere in discussione il nostro modello sanitario fatto di pubblico e privato accreditato".
I trasferimenti in tutta Italia
Dalla Protezione Civile sono arrivati 90 ventilatori e dovrebbero arrivarne a breve altri 26 e poi altri 100. Presto apriranno nuovi spazi con tensostrutture a San Raffaele e Poliambulanza. Fondazione Francesca Rava, che ha già mandato medici a ospedale di Lodi e Crema e presto a Bergamo, ha donato un’intera attrezzatura per terapia intensiva al Policlinico. Per dare risposta all'emergenza grazie alla rete delle terapie intensive sono stati trasferiti alcuni pazienti fuori regione: Friuli, Sicilia, Molise.
Il progetto Fiera e non solo
Per un ulteriore aumento dei posti letto ci sono due progetti. Il primo – il più ambizioso - “è quello dell’ospedale con 500 posti letto in Fiera, per il quale Fontana ha chiamato l'ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso che ci supporterà con sua esperienza e contatti per trovare sia respiratori e macchinari e personale’’. C’è poi un’altra strada, più percorribile nell’immediato: “un progetto per realizzare 192 posti letto in aree non utilizzate di strutture ospedaliere’’.
"Novanta siamo in grado di realizzarli in 7 giorni, altri 77 in 11 giorni e altri 26 in 15 giorni". Gli ospedali interessati, ha detto Gallera, saranno alcune "aree non utilizzate del San Carlo, il Policlinico e il Niguarda a Milano, il San Matteo a Pavia e il San Gerardo a Monza". "Si tratta comunque di posti che necessitano di strumentazione ad hoc a parte che possiamo recuperare solo con l'aiuto della Protezione Civile".
Caccia alle mascherine
Resta il problema delle mascherine. Gallera ha spiegato che oggi “non è il giorno delle polemiche’’ ,a che si sta combattemdo una “battaglia quotidiana, medici e infermieri stanno dando tutto e quando avevamo una importate consegna di mascherine e abbiamo scoperto che non erano idonee per personale sanitario abbiamo dovuto sottolinearlo”. Gallera ha spiegato che servono 300mila mascherine al giorno. Oggi ne sono state recuperate 700mila. “E’ una battaglia dura ma noi non molliamo - ha aggiunto -. Vinciamo se evitiamo di contagiare e di essere contagiati, per questo è importante rispetto delle norme”.
Fiera, Arcuri chiede tempo
Per quel che riguarda il nuovo ospedale nella Fiera di Milano "per il momento ancora non avuto delle risposte" da Domenico Arcuri, commissario nominato dal governo per gestire l'emergenza Coronavirus, "nel senso che il commissario ha chiesto ulteriore tempo per capire se e in grado o meno di rispondere alle nostre esigenze". Ciò detto, "noi stiamo cercando anche autonomamente di recuperare ulteriori respiratori", e questo "per andar decisamente avanti sul nuovo ospedale". A spiegarlo è stato Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia. Infatti "la progressione continua- avverte Fontana- è quindi chiaro che dobbiamo attrezzarci per realizzare tanti nuovi posti", e in attesa anche di conoscere la disponibilità di respiratori da parte della Protezione civile "noi comunque andiamo avanti per la nostra strada, meglio se ne troviamo troppi che troppo pochi".
La nomina di Bertolaso
Riguardo la nomina di Guido Bertolaso a consulente della Regione per l'emergenza coronavirus, Fontana ha chiesto "che si metta fine a ogni polemica. Se abbiamo sbagliato noi, me ne scuso, ma ora si deve lottare tutti nella stessa direzione". "Più energie ci sono, più capacità ci sono, più conoscenze si hanno, più rapporti internazionali si hanno e più abbiamo possibilità di recuperare questi benedetti macchinari - ha detto Fontana - e più sono le possibilità di realizzzare questo ospedale che sarebbe un polmone per noi che siamo ora in questa situazione difficile, ma se, dio non voglia, si dovesse estendere questa emergenza al resto del Paese, potrebbe essere un polmone anche per il resto del Paese".
"Lombardi? Da 10 e lode"
Il governatore si è complimentato con i lombardi: "Credo che, a parte alcune piccole eccezioni, il voto sia da dieci e lode, perché hanno dimostrato di essere una grande comunità". "Le vie completamente solitarie se da un lato mettono tristezza, dall'altro dimostrano come la gentelombarda abbia capito perfettamente cosa si debba fare, quali sacrifici si debbano compiere per il bene proprio e della comunità. Li devo ringraziare e spronarli a proseguire con questo comportamento", ha concluso.