Coronavirus, oltre 9.800 casi in Lombardia. Fontana: in ex zona rossa contagio rallenta

In regione 1.095 positivi in più, i deceduti sono 890 (+146), 650 in terapia intensiva

Emergenza coronavirus in ospedale

Emergenza coronavirus in ospedale

Milano, 13 marzo 2020 - I casi di coronavirus in Lombardia sono 9.820, 1.095 in più di ieri, i deceduti 890 (+146), i pazienti in isolamento domiciliare 2.650 (+606), in terapia intensiva 650 (+45), i ricoverati non in terapia intensiva 4.435 (+188) e i dimessi 1.198 (+113). I tamponi effettuati sono 32.700 (+3.166). E' questo il quadro fornito dalla Regione in merito all'emergenza Covid-19. "I dati di oggi, come ho avuto modo di sottolineare più  volte, evidenziano in maniera chiara e inequivocabile che nell'ex zona rossa il contagio sembra stia rallentando', ha commentato il presidente Attilio Fontana, sottolineando come nella provincia di Lodi il numero dei casi positivi odierni faccia segnare solo un aumento di 10 unità (ieri 1.123 oggi 1.133). "Nel resto della Lombardia - ha proseguito - a farci mantenere alto il livello di guardia è, invece, soprattutto il trend dei ricoveri in terapia intensiva". "Ci auguriamo che le misure stringenti applicate a tutta la Regione - ha concluso Fontana - contribuiscano ad arginare la diffusione del virus anche nel resto della Lombardia'.

I dati delle province

La provincia con più persone colpite dal virus è quella di Bergamo: 2.368 positività, seguita da Brescia a 1.784 e Cremona a 1.344. Il Lodigiano, focolaio centrale del 21 febbraio e prima zona rossa in Regione, sale a 1.133 contagi, appena 10 in più rispetto a ieri. A Milano città i pazienti positivi al Coronavirus salgono a 534, in crescita rispetto ai 451 casi registrati ieri. Nell'intera provincia le positività sono complessivamente 1.397.  Nel Pavese si sono registrate 482 casi positivi. A Lecco i casi sono 237, in provincia di Monza e Brianza 143, nel Mantovano 187, a Como 118, chiude Sondrio con 23 casi.   

La Lombardia sta resistendo

L'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera è tornato a chiedere maggiori restrizioni in Lombardia "per soffocare" il coronavirus "con un favorevole effetto per tutto il Paese". "Chiediamo di fare un eccezione per la Lombardia - ha spiegato ad Agora' su Rai3 - la regione piu' colpita, con un'ulteriore chiusura di negozi e aziende. Non tutte, ma almeno quelle non legate ai servizi pubblici essenziali, con lo scopo di rallentare ancora la diffusione". Tra le possibili chiusure, "attivita' commerciali come profumerie, ottici. Ce lo chiedono sia i lavoratori che i datori di lavoro che oltretutto registrano gia' un alto tasso d'assenteismo". 

Dati positivi nella ex 'zona rossa' del Lodigiano. "Parlavo con il ministro Speranza - ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana- che era contento del fatto che i dati che abbiamo elaborato, rielaborato e ancora valutato della zona rossa oggi sono arrivati alla crescita zero: quello deve essere preso come modello".  "Quello è il punto da prendere come riferimento. Chi applica misure rigorose blocca lo sviluppo del contagio. Speranza era molto soddisfatto della notizia, comunicherà la notizia in altri territorio dove non ci sono espansioni come da noi per ribadire la necessità che le misure devono essere applicate rigorosamente"

"No all'ospedale da campo in zona Fiera a Milano"

La Protezione civile non è nelle condizioni di rispettare quello che ci aveva promesso" sull'allestimento di un ospedale da Campo nella Fiera di Milano: "Non ci puo' fornire i presupposti. I beni della protezione civile sono pochi e sono assorbiti dagli ospedali: soprattutto non sono quantita' tali da coprire la Fiera". Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha rivelato che non potranno arrivare dalla Protezione civile i mezzi necessari alla struttura. L'accordo era che la Regionefornisse gli spazi mentre l'ente nazionale "personale e macchinari, ma non si puo' fare". La Lombardia comunque si sta "guardando intorno, per capire se riusciamo a trovare i presidi. Ci stiamo interessando sui mercati internazionali, vediamo cosa si potra' fare" ha aggiunto il governatore.

Fontana: "Servono risposte certe ai frontalieri"

"Il sottosegretario agli Affari esteri, Ivan Scalfarotto, mi ha assicurato che già oggi avrà un colloquio con l'ambasciatrice svizzera in Italia, Rita Adam, per dare risposte concrete e certe a quei lombardi che tutti i giorni si recano in Svizzera per lavorare". Lo fa sapere il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. "La nostra attenzione sul Coronavirus è a tutto campo - spiega Fontana - e comprende anche i frontalieri. Ho contattato il sottosegretario Scalfarotto perché i timori dei lavoratori italiani sono legati soprattutto alle informazioni ancora frammentarie e alla loro tutela. È quindi necessaria una grande attenzione reciproca per condividere le informazioni con le autorità elvetiche così da tutelare sia i lavoratori italiani che le persone che con loro vengono a contatto". Intanto, scuole chiuse anche in Canton Ticino.

L'infettivologo: "Numero contagiati più alto di quello ufficiale"

"La notte è ancora abbastanza fonda purtroppo, i casi ufficiali sono il prodotto della circolazione del virus delle scorse settimane, sono prevalentemente sintomatici, ma non abbiamo avuto una sufficiente inchiesta epidemiologica sugli asintomatici. Quindi il numero reale di contagiati è più alto di quello ufficiale. Lo dobbiamo considerare e i provvedimenti presi dal governo sono coerenti nell'andare a limitare questo danno". Così il direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano Massimo Galli fa il punto sull'emergenza coronavirus, nell'intervista a Circo Massimo su Radio Capital. "Non si stanno facendo abbastanza tamponi e credo sia un problema di ordine organizzativo, si sta facendo gia' uno sforzo immane per far funzionare gli ospedali ma manca molto un intervento territoriale reale" aggiunge Galli. 

Bergamo, l'epicentro dell'emergenza

L'epicentro della diffusione del coronavirus in Lombardia è quindi la provincia di Bergamo e nella provincia di Bergamo è Nembro, cittadina di 11.500 abitanti della Bassa Valle Seriana, una realtà completamente stravolta dall'epidemia in corso. E' morto il sindaco di Cene, Giorgio Valoti, 70 anni, che era ricoverato all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Nelle ultime  ore le sue condizioni, già segnate da una malattia ai polmoni, si  erano pesantemente aggravate. Dopo il ricovero in ospedale il sindaco  era risultato positivo al coronavirus.

"Posticipare elezioni negli 81 Comuni lombardi"

"Emergenza coronavirus posticipare le elezioni regionali previste nel prossimo maggio in 81 comuni della Regione Lombardia (dei quali due capoluoghi di provincia: Lecco e Mantova)". E' l'appello di Elisabetta Strada e Niccolò Carretta (Consiglieri regionali Lombardi Civici Europeisti), in rete con 'Alleanza Civica' (l'Associazione a cui aderiscono numerose Liste Civiche di Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte e altre regioni anche al Sud), lanciato al Presidente Attilio Fontana.