Coronavirus, un caso in Regione Lombardia: positiva collaboratrice di Fontana

Annullata la conferenza stampa per fare il punto sull'emergenza. Nas in azione negli ospedali lodigiani. Il decimo morto è un 69enne, salgono a 305 i contagiatii

Coronavirus, mascherine a Milano

Coronavirus, mascherine a Milano

Milano, 26 febbraio 2020 - Coronavirus, positivo il test su una dipendente di Regione Lombardia. Si tratta di una stretta collaboratrice del presidente Attilio Fontana. Proprio per fare accertamenti, era stata annullata la conferenza stampa delle 18.30 per fare il punto sulla situazione. La donna ha avuto contatti con l'unità di crisi, operativa da venerdì scorso, dopo la notizia del primo contagiato lombardo. Si trova al sesto piano di Palazzo Lombardia, sede della Regione, ed è formata da tecnici delle direzioni generali Welfare e Protezione Civile coordinati dagli assessorati di riferimento. Fontana ha fatto sapere che hal momento non ha contratto alcun tipo di infezione. Nel frattempo, è salito a 305 il numero delle persone colpite dal Covid-19. I minorenni contagiati sono sette.

Lombardia, bar aperti dopo le 18

Da oggi i bar di Milano e della Lombardia potranno restare aperti anche dopo le 18. Per evitare assembramenti, il servizio bar dovrà essere gestito solo al tavolo dal personale e non direttamente al bancone. "I bar e/o pub che prevedono la somministrazione assistita di alimenti e bevande - si legge sul sito della Regione - non sono soggetti a restrizioni e pertanto possono rimanere aperti come previsto per i ristoranti, purché sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto dall'esercizio". 

Nas negli ospedali del Lodigiano

Il Nas dei carabinieri di Cremona è stato negli ospedali lodigiani in relazione alla vicenda del coronavirus. Lo riferisce l'Ansa specificando che, secondo quanto appreso, l'ispezione del Nas ha coinvotlo diversi uomini ed è iniziata ieri all'ospedale di Codogno per poi proseguire in quello di Casalpusterlengo e concludersi nella notte all'ospedale Maggiore di Lodi. L'obiettivo delle ispezioni è comprendere le dinamiche di diffusione del virus e ricostruire esattamente cosa sia successo negli scorsi giorni con la finalità di prevenire ulteriori contagi. Sempre secondo quanto riportato dall'Ansa, la Procura di Lodi ha aperto un'inchiesta conoscitiva sulle dinamiche di diffusione del coronavirus e sulle procedure adottate negli ospedali di Codogno, Casalpusterlengo e Lodi.

La decima vittima

Nel frattempo il conto delle vitttime è salito a 12, dopo il decesso di uomo di 69 anni con patologie respiratorie pregresse. L'uomo è morto in Emilia Romagna ma era da San Fiorano, in provincia di Lodi, dunque è da considerarsi il decimo morto lombardo di Covid-19. 

I minori contagiati

Il Coronavirus non risparmia nemmeno i bambini, anche se la malattia nel loro caso risulta meno virulenta rispetto agli adulti e soprattutto agli anziani, come ha ricordato il presidente della Lombardia Attilio Fontana. Sale il numero dei contagiati, anche fra i bambini e gli adolescenti: sette sono risultati positivi in Lombardia e una in Veneto. Un conteggio di cui dice di non avere contezza il commissario straordinario per l'emergenza il commissario straordinario Angelo Borrelli: "Non abbiamo informazioni ufficiali sui bambini contagiati: non so da dove escano queste informazioni. Quando le avremo ve le daremo". Nel caso della Lombardia, i bambini positivi (come confermato dal governatore Attilio Fontana) sono praticamente tutti legati al focolaio di Codogno, al centro della zona rossa dove da domenica vige il divieto di ingresso ed uscita. In particolare, una bambina di quattro anni di Castiglione d'Adda è ricoverata all'ospedale San Matteo di Pavia, lo stesso dove si trova il cosiddetto Paziente1.  All'ospedale di Seriate, in provincia di Bergamo, si trova un quindicenne positivo al test, che però è ricoverato per ragioni diverse dal Coronavirus, ha spiegato l'assessore al Welfare Giulio Gallera. Sono invece tornati a casa un bambino di 10 anni di San Rocco al Porto (Lodi) e uno di Soresina (Cremona), che era risultato positivo in Trentino mentre era in vacanza con i genitori (positivi anche loro). Ai suoi compagni di classe è stato fatto il tampone e sono tutti risultati negativi. Il tampone è stato fatto anche ai compagni di scuola di un diciassettenne di Valdidentro, che frequenta l'istituto tecnico agrario Tosi di Codogno, la cittadina considerata il focolaio del virus. Tornato a casa venerdì aveva accusato febbre e malessere. Gli era stato fatto il tampone (risultato positivo) e poi era stato trasferito all'ospedale di Lecco, da cui potrebbe venire presto dimesso. Al momento, segnala la Prefettura, almeno altri due suoi compagni di scuola, anche loro della provincia di Sondrio, sono risultati positivi al test: una ragazza di Gordona, in Valchiavenna, e un ragazzo di Montagna di Valtellina. Entrambi sono asintomatici e stanno trascorrendo un periodo di isolamento di due settimane a casa così come la loro famiglia. Sono invece risultati negativi i test di altri sette compagni di scuola che vivono in Valtellina. Una buona notizia è arrivata da Piacenza, dove una trentaseienne positiva al test ha partorito un bambino: assolutamente sano. 

Primo caso nel Lecchese

Il coronavirus è arrivato anche in provincia di Lecco, una delle poche in Lombardia che sembravano immuni al contagio. E' stato infatti confermato dagli esami con il tampone faringeo e con i successivi test incrociati per escludere eventuali falsi positivi il caso di un lecchese di trent'annni. Si tratta di un dipendente della Snam di San Donato Milanese che proprio per lavoro sarebbe stato nella zona rossa del Lodigiano. Ora è ricoverato in isolamento all'ospedale Alessandro Manzoni di Lecco. Mancano riscontri ufficiali ma ci sarebbero altri lecchesi che hanno contratto il Covid-19 sempre perché per lavoro per conto di una impresa edile sono stati nell'area di Codogno. Si attendono inoltre conferme di altri casi. A Lecco, una palestra era rimasta aperta nonostante l'emergenza: denunciato un 33enne.

Due casi nel Legnanese

Due pazienti che hanno contratto il Covid-19 sono ricoverati all’ospedale di Legnano e non è escluso che altri soggetti del Legnanese, in queste ore, possano essere sottoposti a ulteriori verifiche per controllare la presenza di altri, eventuali casi di contagio: la notizia è arrivata ieri e, pur non dovendo provocare inutili allarmismi, conferma l’ampliarsi, giorno dopo giorno, della zona interessata dal Corona virus. Entrambi i casi ora ricoverati al nosocomio legnanese, a quanto risulta, sono risultati positivi al primo tampone e alla seconda verifica, effettuata nella giornata di ieri, che accerta la presenza del virus. I due soggetti, almeno per quanto riguarda l’origine del contagio, risultano direttamente collegabili all’area del bergamasco e ai soggetti transitati al pronto soccorso di Alzano Lombardo. Uno dei due, in particolare, è un medico dello stesso ospedale, residente a Rescaldina, il secondo è un suo parente.

Asst di Lodi: "Paziente 1 rifiutò il ricovero"

Il direttore generale dell'Asst di Lodi ha deciso di fare chiarezza sul 'paziente 1'.  Il 38enne, ha riferito Massimo Lombardo, "si è presentato al Pronto soccorso dell'ospedale di Codogno una prima volta il giorno 18 febbraio senza presentare alcun criterio che avrebbe potuto indentificarlo come 'caso sospetto'' o 'caso probabile' di infezione da coronavirus secondo le indicazioni della Circolare ministeriale del 27 gennaio 2020: durante l'accesso in Pronto soccorso è stato sottoposto agli accertamenti necessari e a terapia; tuttavia decideva di tornare a casa nonostante la proposta prudenziale di ricovero".

Sintomi più lievi

Il governatore Attilio Fontana invita a mantenere comunque la calma.  "Sono stati coinvolti per la prima volta dei minori - spiega - ma per loro l'infezione è più leggera L'importante è mantenere la calma e far capire ai cittadini che non stiamo affrontando una pestilenza, ma una malattia poco più grave di un'influenza. Non possiamo però permetterci che si diffonda, perché rischierebbe di andare in collasso il sistema". Una lettura condermata da Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia. "I bambini non sono immuni all'infezione, ma i dati che abbiamo oggi a disposizione indicano che il decorso della malattia in loro sembra essere decisamente lieve - ha dichiarato l'esperto parlando all'Agi - i casi in età pediatrica in Cina erano stati molto ridotti o forse non erano stati rilevati perché comunque il decorso era molto benigno. E' altamente probabile che anche i bambini siano suscettibili all'infezione ma che, come sembra, in loro causi sintomi molto meno intensi rispetto all'adulto". 

Audio che crea il panico

I procuratori aggiunti di Milano, Tiziana Siciliano e Eugenio Fusco, hanno aperto un'inchiesta per diffusione di notizie false atte a turbare l'ordine pubblico in relazione a un audio che sta circolando via WhatsApp almeno da sabato e nel quale la voce di una donna incita a "fare la scorta" perché Milano finirà "in quarantena come mi ha detto la moglie di uno della Regione". L'ipotesi è che quell'audio, ascoltato da numerose persone, abbia spinto molti sabato a dare l'assalto ai supermarket. "In un momento così serio e delicato non abbiamo bisogno di idiozie o di comportamenti criminosi, la divulgazione di queste cose, che creano ondate di panico irresponsabili, è un reato ed è nostra ferma intenzione individuare i colpevoli e punirli in base alla legge, nessuna tolleranza per questi 'sciacalli'", ha detto Siciliano.

Tamponi

L'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera ha intanto anncunciato che i laboratori per l'esame dei tamponi salgono da 3 a 9. "Accanto a nostri tre laboratori, che sono quelli della Statale, del Sacco e di Pavia, aggiungiamo anche Niguarda, Policlinico, Monza, Brescia, Bergamo e Melegnano. Questo per aumentare il numero di attività da fare giornalmente", ha detto, aggiungendo che  "in Lombardia sono 3.500 quelli fatti e 1.752 quelli processati".