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Strage di Suviana: cinque indagati per l’esplosione nella centrale

Sette persone morirono nel terribile incidente sul lavoro del 9 aprile 2024. Ora i giudici indicano cinque nomi: le accuse vanno da disastro colposo a omicidio colposo sul lavoro plurimo

Strage di Suviana: cinque indagati per l’esplosione nella centrale

Bologna, 7 maggio 2025 – La svolta arriva a 13 mesi dalla strage sul lavoro che ha sconvolto l’Italia: cinque persone sono state indagate della Procura di Bologna per l’esplosione del 9 aprile 2024 che uccise sette lavoratori impegnati, al nono piano sott’acqua, in un collaudo ad un generatore della centrale idroelettrica di Enel Green Power di Bargi, sul lago di Suviana. Lo scoppio causò anche sei feriti, per lo più ustionati molto gravi. 

Alte volute di fumo si alzano dalla centrale sul lago di Suviana: è il 9 aprile 2024, poco dopo lo scoppio della turbina. Ancora non si conosce l'enormità della tragedia
Alte volute di fumo si alzano dalla centrale sul lago di Suviana: è il 9 aprile 2024, poco dopo l'esplosione nella sala della turbina che causò sette morti

I nomi nel fascicolo

Non è più dunque contro ignoti il fascicolo per disastro colposo, omicidio colposo sul lavoro plurimo e lesioni colpose sul lavoro: si tratterebbe di iscrizioni in vista di un accertamento irripetibile che dovrà essere disposto per capire se quella enorme potesse essere evitata in qualche modo. Il mese scorso, alla vigilia del primo anniversario del disastro, era infatti emerso che la Procura avrebbe riattivato in tempi brevi la consulenza tecnica disposta nell'ambito delle indagini, che dovrebbe servire agli investigatori per valutare se possano esserci dei profili di responsabilità penale.

Cosa successe nella centrale?

L’esplosione avvenne a circa 60 metri di profondità: sono circa le 15, durante il collaudo qualcosa va storto: un alternatore enorme, dal peso di circa 150 tonnellate, si ‘sbilancia’. La macchina viaggia a 370 giri al minuto grazie a cuscinetti a olio, inizia a vibrare tanto da finire fuori asse. Una scintilla innesca l’esplosione, alte volute di fumo si alzano. È questo lo scenario più probabile per ricostruire il disastro.

L’inchiesta

Ma il compito dell’inchiesta è proprio quello di stabilire esattamente la catena di eventi che ha portato alla morte di sette persone: i tecnici dovranno ricostruirlo con immersioni ad hoc per recuperare parti di impianto con i ‘cervelli elettronici’. Ora, la centrale è praticabile fino al piano meno - 5, bisognerà svuotare gli altri (dal - 6 in giù), ma prima i consulenti tecnici dovranno dare indicazioni ai vigili del fuoco in merito ai dispositivi che sarà necessario recuperare. Poi, andrà indicato dove si ritiene possano trovarsi quei dispositivi all’interno della centrale, indicando il piano e circoscrivendo la zona. Proprio questa operazione – centrale nell’inchiesta – ha il carattere di operazione irripetibile: gli indagati, quindi, potranno partecipare con i propri consulenti.

I sette morti

Le vittime dell'esplosione di Suviana. In alto da sinistra Paolo Casiraghi, Adriano Scandellari e Angelo Cotugno. Sotto Vincenzo Franchina, Vincenzo Garzillo e Alessandro D'Andrea. Sul lato a destra Pavel Petronel Tanase
Le vittime dell'esplosione di Suviana. In alto da sinistra Paolo Casiraghi, Adriano Scandellari e Angelo Cotugno. Sotto Vincenzo Franchina, Vincenzo Garzillo e Alessandro D'Andrea. Sul lato a destra Pavel Petronel Tanase

Nell’esplosione rimasero uccisi Adriano Scandellari, 57 anni, di Ponte San Nicolò (Padova); Paolo Casiraghi, milanese di 59 anni; Alessandro D’Andrea, 37 anni, originario di Forcoli (Pisa); Vincenzo Garzillo, napoletano di 68 anni; Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno, residente nel Torinese; Mario Pisani, tarantino di 64 anni; e Vincenzo Franchina, messinese di 35 anni.

Otto i feriti, tra loro tre ragazzi dell’Appennino bolognese: Leonardo Raffreddato, di Camugnano, Nicholas Bernardini, di Gaggio Montano, e Jonathan Andrisano, di Castiglione.