Coprifuoco, ma serve davvero contro il Covid? Ecco cosa dicono gli esperti

Per l'immunologa Viola andrebbe eliminato: i giovani devono stare all'aperto. Più cauto Andreoni: rischiamo focolai

Da sinistra, Andreoni e Viola

Da sinistra, Andreoni e Viola

Il coprifuoco alle 22, alle 23 o a mezzanotte? O niente coprifuoco, finalmente liberi di circolare anche di notte senza autocertificazione? Se sul tema del momento - oggi alle 16 la Cabina di regia deciderà come proseguire - le posizioni della politica risentono di logiche a volte lontane dalle ragioni sanitarie, meglio forse capire cosa ne pensano gli esperti. Ma anche in questo campo, le opinioni divergono. 

Massimo Andreoni: "Rimango cauto"

Nello "schieramento" dei cauti c'è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. "La situazione in Italia è differente rispetto agli Usa e al Regno Unito. Non abbiamo ancora vaccinato i più giovani" e "per questo rimango cauto sulla riduzione del coprifuoco: capisco che si andrà verso uno spostamento dell'orario, ma non dobbiamo eliminarlo. Il virus circola ed è ancora presto. Il coprifuoco vale per tutti, ma è soprattutto indirizzato alla fascia di popolazione più giovane - ricorda Andreoni -. Serve per evitare assembramenti notturni dovuti alla movida che, proprio in quella fascia, rischiano di creare focolai. La situazione epidemiologica sta evolvendo positivamente - osserva l'esperto - e proprio per questo dobbiamo procedere con attenzione e cautela, per non rovinare quello di buono fatto fino ad oggi con grandi sacrifici". 

Della stessa opionione è Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto oggi a 'Buongiorno' su Sky Tg24, per il quale si può pensare di allentare il copriifuoco posticipandolo. Ma "bisogna essere graduali nell'allentamento". Da quando? Verosimilmente dal 2 giugno, "se guardiamo i dati di oggi e se questa invesrione di tendenza che noi abbiamo fino a questo momento visto è definitiva. Nel caso in cui vedessimo inversione verso un nuovo aumento, è chiaro che dobbiamo porci dei dubbi".

"Possiamo permetterci di essere più rilassati, ma senza esagerare perché poi si ricade nei rischi che altri Paesi hanno pagato amaramente". Come primo passo di quante ore sarebbe possibile portare avanti l'orario del coprifuoco? "Questo lo decide la politica, se fissarlo alle 23 o alle 24. Ma il concetto è questo: la limitazione della circolazione è ancora importante. Ad esempio, Taiwan sta avviando un lockdown con 23 casi, perché loro vogliono eliminare il virus, cosa che noi non abbiamo ancora fatto perché abbiamo migliaia di casi al giorno. Per cui, se siamo razionali, possiamo fare più o meno quasi tutto quel che vogliamo fare in termini di lavoro e tempo libero, ma senza abbassare eccessivamente".

Antonella Viola: "Dobbiamo spingere le persone a stare all'aperto"

In questa fase dell'emergenza Covid-19, "con la bella stagione" e "con i numeri che stanno scendendo" in modo costante, "penso che dobbiamo concentrarci sulle cose veramente essenziali ed essere più permissivi laddove possibile". Così Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova, ad Agorà su Rai3. Viola ha ribadito di essere "sempre stata contraria a mantenere il coprifuoco alle 22" e ha valutato positivamente la prospettiva di allentamenti più diffusi delle misure anti-contagio a breve: "La data del 2 giugno anche a me sembra possibile per le riaperture generalizzate", ha affermato. "Siccome sappiamo perfettamente che il contagio avviene nei luoghi chiusi, lasciamo che le persone stiano all'aperto il più possibile", è l'invito della scienziata. "Questo è un momento in cui dobbiamo spingere le persone a stare fuori casa e non dentro casa", ha sottolineato, avvertendo che "spesso i ragazzi per il problema del coprifuoco tendono a fare cose molto peggiori" come ad esempio "dormire tutti insieme.

"A questo si aggiunga il fatto che non c'è nessun dato scientifico che dimostri che un'ora di differenza possa cambiare in maniera incisiva l'andamento dell'epidemia".  Anche in merito alle grandi manifestazioni, "ci sono ormai dei dati su esperimenti che hanno funzionato, con persone tamponate o vaccinate", ha ricordato Viola citando il caso di "Barcellona: un concerto con 5mila persone", in occasione del quale, grazie alle precauzioni prese, "non ci sono stati contagi. Dobbiamo fidarci degli strumenti scientifici che ci sono: vaccini da un lato, tamponi dall'altro. In Italia non si capisce perché in questo momento non ci si fidi dei vaccini" anti-Covid.

"Si continuano ad applicare misure assurde sui vaccinati, tipo i tamponi o la quarantena. Dobbiamo dare un segnale chiaro che i vaccini funzionano". "Se la scienza va ascoltata quando dice che bisogna stare a casa, va ascoltata anche quando dice che è assurdo fare i tamponi sui vaccinati. Dobbiamo fidarci di questi vaccini, che funzionano", insiste la scienziata. "Questo Paese ha un grandissimo bisogno di fiducia", fiducia reciproca fra istituzioni e cittadini e fiducia negli strumenti nella scienza. Senza fiducia "non riusciremo mai a superare questa crisi. Per uscirne - avverte Viola - abbiamo davvero bisogno di una grande iniezione di fiducia"