Aperture, oggi la cabina di regia che decide tutto. Speranza: "Superare il coprifuoco"

Furibonda lite Lega-Pd, Salvini vuole dire addio al divieto di circolazione notturno. Draghi pronto ad aprire in sicurezza. In giornata tutte le decisioni

No al coprifuoco

No al coprifuoco

Signori, si cambia? Forse, ma il dogma, per Palazzo Chigi, sembra sempre lo stesso: riaprire soltanto in sicurezza. Questa almeno la linea di Mario Draghi, che non entra nelle dinamiche dei partiti e nelle polemiche tra le forze politiche (durissimo lo scontro tra Lega e Pd), già divisi sul tema della fattibilità delle riforme. In attesa della cabina di regia di oggi, che è prevista per le 16 a Palazzo Chigi e a cui potrebbe seguire il Consiglio dei ministri, il premier dunque tira dritto e ritiene che si debba andare avanti con il programma, sulla base delle priorità del Paese. E la priorità è programmare la ripartenza, in base alla valutazione dei dati epidemiologici. Anche il M5S vuole anticipare le riaperture ed eliminare il coprifuoco.

C’è in ogni caso grande fermento, per la cabina di regia di oggi su un ulteriore allentamento delle misure anti-contagio. A premere su Mario Draghi è anche Matteo Salvini, che non rinuncia a porsi come capofila degli “aperturisti“. Con toni molto espliciti. “Grazie all’insistenza della Lega il 26 aprile riaprirono tante attività, e qualcuno annunciava disastri. Risultato, da allora 9.551 ricoveri in meno, 1.083 terapie intensive in meno, 326.864 guariti in piu’. Dalla riunione quindi ci aspettiamo riaperture e ripartenza, lavoro e libertà all’aperto e al chiuso, di giorno e di sera! Fidiamoci degli italiani. No al coprifuoco”. I dati in miglioramento arriveranno oggi sul tavolo della cabina di regia.

Il coprifuoco

Dati che, se confermati nelle prossime settimane, porteranno quasi con certezza alla cancellazione del coprifuoco, una delle misure più significative e controverse di questi mesi. "Con questa tendenza - dice il ministro della Salute Roberto Speranza - possiamo allentare e poi superare il coprifuoco". Si procederà comunque seguendo la linea della gradualità e della prudenza, come ha ripetuto più volte il presidente del Consiglio e come ha confermato anche lo stesso Speranza. Anche alla luce degli assembramenti che si continuano a registrare nelle città, soprattutto nelle aree della movida come dimostrano le immagini di Roma e Napoli.

"Dobbiamo proseguire con ragionata fiducia verso le graduali riaperture delle altre attività e questo è possibile grazie alle misure adottate in questi mesi, ai comportamenti corretti della maggioranza delle persone e alla campagna di vaccinazione". Anche Salvini ha convocato per oggi, prima della cabina di regia, una videoconferenza della Lega per fare il punto della situazione. Ma resta evidente anche la volontà di non lasciare a Draghi il pallino della situazione, a partire dalle riforme da attuare grazie al Recovery, fino alla gestione dell’uscita dalla crisi pandemica. 

Zona gialla

Con l’Italia in giallo resta chiusa per il servizio al tavolo circa la metà delle attività di ristorazione lungo la Penisola, per un totale di circa 180mila realtà che non dispongono di spazi all’aperto. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’estensione della zona gialla a tutto il Paese, con l’esclusione della sola Valle d’Aosta. A frenare è anche il presidente del comitato tecnico-scientifico, Franco Locatelli: “Non dobbiamo far passare il messaggio che siamo fuori dal problema. Siamo in una situazione migliore ma guai a pensare che il problema sia superato”. Lo ha detto  a ‘Che tempo che fa. “La stella polare e’ quella della gradualita’. Dobbiamo aprire per non tornare indietro”.

I temi sul tavolo

Tornando al vertice di governo odierno, sono quattro gli argomenti sul tavolo della road map per il ritorno alla normalità: la possibilità di cenare nei ristoranti al chiuso, l’apertura dei centri commerciali anche nel fine settimana, il riavvio del settore delle fiere. E, infine, la modifica degli orari di inizio e di fine del coprifuoco. La discussione che coinvolgerà ministri ed esperti sanitari, sarà diretta dal presidente del consiglio Mario Draghi. Il nodo cruciale, già sollevato dalla Lega, resta quello del coprifuoco. Con le associazioni di categoria in prima linea, sul tema del coprifuoco è necessario mediare tra due diverse posizioni.

Da un lato c’è infatti l’ala aperturista, rappresentata soprattutto dagli amministratori leghisti e più in generale del centrodestra che chiedono il superamento del coprifuoco, oggi in vigore dalle 22 alle 5, e quella dei “prudenti” che seguono la linea del ministro della Salute, Roberto Speranza, che propendono per un allentamento della norma. La soluzione più percorribile al momento pare posticipare di un’ora l’inizio del coprifuoco che dunque partirebbe dalle 23, concedendo un’ora in più ai ristoratori che lamentano la difficoltà di gestire le attività serali, permesse all’aperto, con la scure della chiusura prima delle 22. Non è tuttavia escluso che si riesca ad arrivare alle 24.

Il contesto dei numeri registra un calo costante dei contagi con diminuzione del numero dei letti occupati negli ospedali, insieme all’aumento costante delle persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Dati che giovedì scorso hanno spinto la maggioranza ad approvare in Senato un ordine del giorno per chiedere all’esecutivo di superare progressivamente il regime del coprifuoco e anche per velocizzare il rilascio del green pass, documento giudicato fondamentale per il rilancio del settore turistico che ha registrato la riapertura degli stabilimenti balneari e delle piscine all’aperto.

Il dl Sostegni

Giovedì intanto è atteso il via libera definitivo al dl Sostegni. Sempre oggi saranno ratificati i nuovi parametri che determineranno la fasce del rischio, con i relativi colori (bianco, giallo, arancione e rosso), attribuiti alle regioni. Le regioni, incontrando il favore del Minstero della Salute, hanno chiesto l’aggiornamento dei criteri valutativi, a partire dall’indice Rt che misura la velocità di diffusione del contagio. A incidere non sarà più quello sui sintomatici - oggi a 0,86, inferiore alla soglia critica 1 - ma quello sui ricoverati. 

In altre parole, si terrà conto dei posti letto occupati dai pazienti covid nelle terapie intensive e nei reparti generici. Nel primo caso, la soglia critica è 30%, che la Lombardia ancora oggi supera. L’altro fattore determinante resta l’incidenza: il numero di nuovi casi ogni 100mila abitanti, fermo restando che se si superano il 250mila nuovi casi si va direttamente in ross. Ma da questo punto di vista la Lombardia è “fuori pericolo”. Da oggi, infine, l’Italia torna quasi per intero in zona gialla: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. In zona arancione resta la Valle d’Aosta.