Smog, peggiora la qualità dell’aria nelle città: in Lombardia inquinanti oltre i limiti

I dati dell’ultimo rapporto Istat sull'Ambiente urbano 2022: la situazione più grave a Milano. Le concentrazioni medie annue doppiano il limite anche a Monza, Cremona, Brescia, Lodi, Bergamo, Como e Mantova

Non è una novità, ma la frequenza con cui i report certificano la pessima qualità dell'aria nelle grandi città e soprattutto nel nord Italia non può che allarmare. L'ultima analisi in ordine di tempo arriva dall'Istat, che nel rapporto sull'Ambiente urbano 2022 accende i riflettori sulle concentrazioni di polveri sottili e ozono. Nel 2022, rispetto all'anno precedente, si registra infatti un incremento delle concentrazioni medie annue di PM2,5 in 56 dei 93 comuni capoluogo che hanno effettuato il monitoraggio (60%) tramite 171 stazioni fisse di rilevamento. In peggioramento anche l'andamento del PM10 nei 100 capoluoghi con monitoraggio effettuato da 264 centraline, che registrano incrementi delle concentrazioni nel 75% dei casi.

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Le situazioni più gravi si registrano a Milano, Venezia e Napoli che superano di almeno due volte il limite del PM2,5, e quelle di Torino e Cagliari, che doppiano sia il limite per il PM10 sia quello per il PM2,5. A livello di ripartizione emerge, per entrambi gli inquinanti, una maggiore gravità del problema al Nord, dove oltre il 90% dei capoluoghi supera entrambe le soglie. La quota scende intorno all'80% nel Centro e nel Sud, ed è circa del 60% nelle Isole. Alla situazione negativa descritta, si aggiunge che i valori medi annui di PM2,5 superano il limite OMS in tutti i 46 capoluoghi del Nord, con l'unica eccezione di Imperia, che non effettua il monitoraggio. Le concentrazioni medie annue doppiano il limite in 18 capoluoghi settentrionali (Monza,Cremona, Padova, Brescia, Lodi, Vicenza, Rovigo, Bergamo, Piacenza, Ferrara, Como, Asti, Alessandria, Mantova, Treviso e Milano, Venezia e Torino tra quelli metropolitani). Nel bacino padano, si rilevano, inoltre, i valori più alti di PM2,5, per i quali il nostro Paese è oggetto anche di procedure di infrazione europee.

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Considerando che il PM2,5 è contenuto nel PM10 l'incremento di quest'ultimo rilevato in un maggior numero di osservazioni, fornisce un'ulteriore conferma della tendenza peggiorativa delle polveri più sottili, altamente nocive per la salute umana, ritenute responsabili di un alto numero di morti premature dall'OMS. Gli andamenti osservati segnano un'inversione di tendenza rispetto agli anni recenti. L'ultimo peggioramento significativo, infatti, si era verificato nel 2017 (con incrementi dei valori medi in circa metà dei capoluoghi per il PM2,5 e in quattro su 10 per il PM10), mentre dal 2018 al 2021 nella maggioranza dei capoluoghi si era osservata una chiara tendenza alla riduzione delle concentrazioni medie annue. Gli interim target dell'OMS (20 g/m3 per il PM10 e 10 g/m3 per il PM2,5) sono stati superati in 84 comuni capoluogo su 100 con misurazioni valide per il PM10 e in 83 comuni su 93 per il PM2,5 (89,3%).