Loris, Elena e tanti altri figli innocenti: da Cogne a Catania, quando i genitori uccidono

In Italia negli ultimi 20 anni 480 bambini ammazzati da mamma o papà

L'omicidio a Catania della piccola Elena Del Pozzo, di 5 anni, ad opera della mamma, Martina Patti di 23, che ne aveva simulato il sequestro, prima di confessare il delitto ed essere arrestata, riporta alla memoria la lunga serie di infanticidi in famiglia che hanno sconvolto l'opinione pubblica italiana nell'ultimo ventennio.

Numeri che spaventano

Sono stati  480 i bimbi morti in Italia per mano dei genitori: sei figlicidi su dieci sono commessi dalla madre, mentre i figli maschi sono le vittime prevalenti sia delle mamme che dei padri assassini. Dall'omicidio di Cogne a quello di queste ore a Mascalucia nel Catanese, il filo comune che lega i figlicidi sono i problemi di salute mentale e relazionale. Ecco i più efferati:

Cogne

Sono stati centinaia, ma il caso che sconvolse il Paese fu quello di Cogne, in Valle d'Aosta, dove nel gennaio 2002 il corpo senza vita di Samuele Lorenzi, di 3 anni, venne trovato con profonde ferite alla testa nel letto dei genitori. La madre, Annamaria Franzoni, chiamò i soccorsi e chiese aiuto ai vicini. L'arma del delitto, forse una roncola, non fu mai trovata. Nonostante la condanna definitiva, Franzoni ha sempre negato l'infanticidio.

Valfurva

Nel maggio 2002 a Valfurva, in Valtellima, Loretta Zen uccise la piccola Vittoria, di 8 mesi, dopo averla messa nel cestello cestello della lavatrice e attivato il lavaggio. Fu il padre, una volta rientrato a casa con l'altra figlia di 11 anni, a scoprirlo.

Vieste

A Vieste, in provincia di Foggia, nel luglio 2004, la comunità della cittadina sul Gargano fu sconvolta dal delitto di Giuseppina Di Bitonto che soffocò i figli, di 2 e 4 anni, tappando loro la bocca con del nastro adesivo. Poi si suicidò nello stesso modo.

Casatenovo

Un bimbo di cinque anni a Casatenovo, in provincia di Lecco, nel 2005 annegò nella vasca per il bagnetto, a casa sua. La madre, Mery Patrizio, raccontò che dei ladri erano entrati in casa aggredendola e il figlio Mirko, rimasto solo, era scivolato nell'acqua. Due settimane dopo confessò il delitto.

Ragusa

A Santa Croce Camerina (Ragusa), nel 2014 Loris Stival venne trovato in un canalone, a 4 chilometri dalla scuola che frequentava. La madre Veronica Panarello ne aveva denunciato la scomparsa alcune ore prima. Condannata all'ergastolo, dopo una serie di false accuse lanciate anche nei confronti del suocero, la donna, che aveva strangolato la piccola vittima con delle fascette di plastica, ammise il delitto solo diverso tempo dopo.

Civitavecchia

Sono stati tanti anche i padri assassini, in questa casi spesso per gelosia o faide familiari. Tra i casi più efferati, quello del '94: Tullio Brigida - poi condannato all'ergastolo - uccise a Civitavecchia i suoi tre figli di 13, 8 e 2 anni per vendicarsi della moglie che lo aveva lasciato. I tre bambini morirono nell'auto del padre, mentre dormivano sui sedili: Brigida collegò l'abitacolo della sua autovettura allo scarico del motore, tramite un tubo di gomma, saturando l'aria di monossido di carbonio. I corpi erano stati sepolti e al loro ritrovamento l'uomo tentò di giustificarsi dicendo che i suoi tre figli erano morti per il malfunzionamento di una stufa.

Motta Visconti

Carlo Lissi, ex impiegato di Motta Visconti, in provincia di Milano, il 14 giugno 2014 uccise con un coltello la moglie 38enne Maria Cristina Omes prima di accanirsi sui figli: Giulia, di 5 anni, e Gabriele, di 20 mesi. Poi andò a vedere una partita dell'Italia. Al ritorno a casa simulò che qualcuno avesse sterminato la sua famiglia. Il movente? Ai carabinieri raccontò di essersi invaghito di un'altra donna e di voler cambiare vita senza riuscire a dirlo alla moglie

Mesenzana

Lo scorso marzo, a Mesenzana, provincia di Varese, Andrea Rossin, uccide nel sonno i figli di 13 e 7 anni, Giada e Alessio, e poi si toglie la vita trafiggendosi con lo stesso coltello da cucina. Soffriva di distrurbi psichici e di una folle gelosia nei confronti della moglie da cui era separato. 

Gessate

Incapace di accettare la separazione dalla moglie anche Mario Bressi, 45enne di Gessate (Milano), che due anni fa uccise i due figli gemelli di 12 anni, Elena e Diego, soffocandoli, prima di suicidarsi, lanciandosi da un ponte di un paesino della Valsassina, Margno, dove era in villeggiatura con i due bambini. La madre, avvisata con un sms dall'ex compagno quando era ormai troppo tardi per fermarlo, si precipitò nella villetta e scoprì i cadaveri dei figli. 

Il rapporto Eures

Anche se non esiste una banca dati sul fenomeno dei figlicidi, nel 2019 l'Eures - società di ricerche economiche e sociali - fornì un suo rapporto secondo cui dal 2002 al 2019 erano stati 473 i figlicidi, un dato a cui negli ultimi tre anni si aggiungono almeno un'altra decina di omicidi di questo tipo. Tra le cause ci sono la conflittualità tra genitori, che può anche follemente sfociare nella soppressione del legame tra i coniugi attraverso la morte di un figlio, alla mancata accettazione del ruolo di genitore. Non solo. Spesso - secondo una tesi della criminologia sugli infanticidi - chi uccide lo fa perché non riesce a sopportare il bambino che è in se stesso.