Elena, "rapita" a Catania: trovato il cadavere. La madre confessa: è in un campo

Fondamentali "le pressioni esercitate durante gli interrogatori". La donna, che aveva denunciato il rapimento, ha indicato tra le lacrime il luogo con il corpicino

Catania, 14 giugno 2022 - È stato trovato il cadavere di Elena Del Pozzo, la bambina di cinque anni (li avrebbe compiuti a luglio) rapita, o così sembrava, ieri a Tremestieri etneo.  Il ritrovamento, secondo quanto si apprende, è stato possibile grazie alle "pressioni esercitate durante gli interrogatori" dagli investigatori.  La notizia del ritrovamento è stata confermata dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro. E' stata la madre Martina Patti, in lacrime, a indicare il luogo dove trovare la piccola, ormai senza vita. La donna avrebbe infatti confessato a carabinieri e procura di avere ucciso la figlia. Ma nell'interrogatorio non ha saputo spiegare come e perché avrebbe commesso il delitto. Il rapimento era una messa in scena per coprire l'omicidio. 

La piccola Elena e l'area transennata
La piccola Elena e l'area transennata

La madre

Sarebbe stata la madre, Martina Patti di 23 anni, a uccidere la piccola Elena Dal Pozzo. La donna avrebbe confessato ai carabinieri e ai magistrati procura di Catania di avere ucciso la figlia di 5 anni, mettendone in scena il sequestro ad opera di uomini armati. Al momento la giovane non ha spiegato le circostanze della morte della bimba né il movente. Fin da subito la versione della donna non ha convinto i magistrati che l'hanno interrogata per ore la notte scorsa. Stamattina Martina Patti è crollata e in lacrime ha indicato il posto in cui il corpicino senza vita della bambina era stato lasciato. Era in un campo incolto, poco distante dall'abitazione della famiglia in via Euclide a Mascalucia. E, secondo quanto si apprende, non era del tutto sotterrato ma ricoperto di terra e cenere vulcanica. Il cadavere è stato ritrovato in una piccola buca, al centro di un terreno con erba alta. Circostanze che sembrerebbero pensare al tentativo di sotterramento, non riuscito, del corpo della piccola. Elena sarebbe stata uccisa in casa e poi nascosta.  La Procura sta predisponendo il fermo della 23enne per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.

La madre di Elena
La madre di Elena

Le indagini sul "rapimento"

I carabinieri di Catania per tutta la giornata di ieri e ancora nella notte avevano sentito genitori, nonni, zii e familiari. La piccola era stata prelevata, questo il racconto che era stato fornito agli inquirenti, in un blitz mentre era in auto con la mamma. I familiari sono stati sentiti più volte nella sede del comando di piazza Verga, a Catania.  Questo ha permesso agli investigatori, coordinati dalla Procura distrettuale, di avere una ricostruzione maggiormente dettagliata e un quadro più chiaro di quanto successo.  La denuncia della madre, relativamente al rapimento, era apparsa "poco credibile". Alcune 'anomalie' sono emerse subito agli investigatori. La dinamica del sequestro nel racconto della donna: tre uomini incappucciati e uno armato di pistola. Nessun testimone, oltre lei, dell'episodio. Prima di lanciare l'allarme al 112, va a casa e poi con i familiari dai carabinieri a presentare la denuncia. La mamma di Elena è stata nuovamente interrogata dalla Procura sulla vicenda.

La famiglia paterna

Il padre della piccola Elena è nel frattempo giunto vicino al luogo del ritrovamento ed è scoppiato in lacrime. La coppia di gentori, che vive in case separate, è giovanissima, poco più che ventenne. La zona dove si trova il fondo agricolo è stata tansennata e viene sorvolata da un elicottero e battuta da militari dell'Arma, come se fossero alla ricerca di qualcosa. Sconvolto anche il nonno paterno della piccola Elena: "È mia nipote, non mi toccate, fatemi passare, voglio il suo corpo è mia...", le urla disperate.  

Il dolore del padre di Elena, Giovanni Del Pozzo
Il dolore del padre di Elena, Giovanni Del Pozzo

"Avevamo creduto alla storia degli uomini incappucciati: non avevamo ragione di non credere. Elena era una bimba meravigliosa", dice Rosaria Testa, nonna paterna della bambina. "Quando hanno litigato (i genitori, ndr) non voleva andare via da casa - ricorda, distrutta dal dolore -. Un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani. Quella mattina l'ho accompagnata a scuola e le ho detto 'nessuno ti vuole bene più di me'. Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito quello che avevo detto". Per la donna Martina era "ossessionata da mio figlio".

"Voleva incastrare mio fratello"

La cognata di Martina rivela alcuni particolari: "Martina Patti voleva incastrare mio fratello. Un anno fa mio fratello fu accusato ingiustamente di una rapina ma fortunatamente fu scagionato completamente. Quando dal carcere passò ai domiciliari, sotto casa trovammo un biglietto di minacce con scritto: 'non fare lo sbirro, attento a quello che fai'. Mio fratello non sa nulla di nulla. A questo biglietto la madre della bimba ha fatto riferimento dicendo che avevano rapito Elena", racconta.  "La madre - aggiunge - disse che quelle persone incappucciate avevano fatto riferimento al biglietto dicendo 'non ti è bastato il biglietto? Digli a tuo marito che questa è l'ultima cosa che fa: a sua figlia la trova morta'". 

La commozione

"C'è un angelo in paradiso e poi c'è o una mamma che non stava bene psicologicamente o qualcuno ha combinato qualche pasticcio. La nostra società ha gli eroi e i disgraziati". Lo afferma il parroco di Massannunziata e rettore del santuario di Monpilieri, Padre Alfio Privitera. "Che questa vicenda - aggiunge- diventi un motivo per riflettere sul valore della vita e sull'assistenza da dare alle persone che non stanno bene con la testa". "Sono sconvolto. Appresa la notizia sono scoppiato in un pianto a dirotto. E' una notizia di una drammaticità unica che non avremmo mai voluto apprendere", afferma invece il sindaco di Mascalucia, Enzo Magra.Nel paese sono stati annullati i festeggiamenti per il patrono, San Vito.