STEFANIA TOTARO
Cronaca

Non c’è stata flagranza di reato: a Cologno Monzese la baby gang di latinos torna in libertà

Protagonisti di un agguato davanti a un kebab a suon di bottigliate, botte e coltelli contro una banda rivale, ma il tribunale di Monza non ha convalidato gli arresti di tre sudamericani di Cologno, Milano e Treviglio

Per la baby gang sudamericana un esito giudiziario gradito e inaspettato: il ritorno in libertà

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Cologno Monzese (Milano), 24 Luglio 2025 – Accusati di avere aggredito a suon di botte, bottigliate e coltelli una banda rivale di latinos ed arrestati, ma rimessi in libertà dal Tribunale di Monza perché le manette sono scattate soltanto dopo che un testimone, un ciclista 40enne, ha indicato ai carabinieri dove i responsabili erano fuggiti. È successo mercoledì 23 luglio a tre sudamericani di 23, 20 e 19 anni, residenti a Cologno Monzese, Milano e il più piccolo a Treviglio in provincia di Bergamo, dove si trovava agli arresti domiciliari. 

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Reato d’evasione 

Per quest'ultimo si è quindi aggiunta l'accusa di evasione a quella in concorso con gli altri, e con altri quattro minorenni, di lesioni personali aggravate nei confronti di altri due latinos, che se la sono cavata con lievi ferite ed escoriazioni. Secondo la ricostruzione dei carabinieri fatta oggi al processo per direttissima al Tribunale di Monza, la banda ha incontrato i rivali davanti ad un negozio di kebab a Cologno Monzese e si è scatenato l'inferno. Quando è partito l'allarme al 112 e due pattuglie di carabinieri sono arrivati sul posto, un 40enne italiano in bici ha indicato ai militari la direzione della fuga dei latinos, rintracciati poco distante.   

I tre latinos protagonisti risiedono nelle province di Milano e Bergamo
I tre latinos protagonisti risiedono nelle province di Milano e Bergamo

Colpo di scena al processo 

Le vittime dell'aggressione li hanno riconosciuti, ma al processo la difesa degli imputati si è opposta alla convalida degli arresti e alla custodia in carcere chiesta dalla Procura monzese per mancanza della flagranza di reato. Una tesi accolta dal Tribunale, che ha rimesso i ragazzi in libertà, tranne quello già ai domiciliari, rimandando gli atti indietro alla Procura per proseguire le indagini a piede libero.