PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Caos alle Poste, in giacenza 5 tonnellate di corrispondenza

Disagi a causa della consegna a giorni alterni

Un portalettere di Poste Italiane al lavoro

Crema, 1 febbraio 2017 - Sono 5 tonnellate di posta ferma, 5mila chili di corrispondenza, pacchi e stampe che devono essere recapitati e che sono in giacenza anche da mesi. E si pensi che negli ultimi tempi almeno 2,5 tonnellate di stampe diventate vecchie per la troppo lunga giacenza sono state buttate al macero. Questa la situazione delle Poste di Crema che non riescono a smaltire l’arretrato e che vedono il ritardo accumularsi ogni giorno di più, tra le proteste dei cittadini e anche dei sindaci. Se qualcuno pensava che da luglio, con l’entrata in servizio del nuovo regime che prevedeva il recapito a giorni alterni si fosse aggiustato magicamente tutto, questo qualcuno ha dovuto rivedere le proprie speranze. La posta si accumula e non viene distribuita. E pensare che il totale della corrispondenza diminuisce. Lo hanno detto i responsabili in una riunione in Comune alla quale hanno preso parte sindaci e parlamentari cremaschi. Fabio Toniolo, responsabile dell’area logistica territoriale di Poste Italiane e Marco Siri, responsabile del servizio di recapito regionale, hanno riferito che negli ultimi tempi la corrispondenza è calata del 50%, mentre il commercio on line ha avuto un incremento del 30%. Il che vuol dire meno posta da consegnare. Ma anche con volumi ridotti e visite del postino a giorni alterni siamo al disastro: bollette che arrivano scadute o non arrivano per nulla, avvisi fuori tempo, lettere spedite e mai recapitate.

Si assiste a episodi emblematici, come il cittadino di Trigolo che volontariamente va a recapitare la posta in paese o l’abitante di Vailate autore di un gran numero di esposti (tutti senza esito). I dirigenti hanno espresso imbarazzo per la situazione e proposto rimedio: assumeranno entro metà febbraio un postino che dia man forte nelle 23 zone nelle quali è divisa la giurisdizione cremasco affinché a rotazione per ciascuna zona ci siano due postini e un ausiliario. In questo modo in tre mesi si dovrebbe riuscire a portare la situazione in pari. Non di questo parere il sindacato che in queste ore sta decidendo il da farsi. Dal mese di luglio è stato indetto il blocco degli straordinari e, secondo i rappresentanti di categoria, servirebbero almeno dieci nuove assunzioni sia per recuperare sull’arretrato, sia poi per mantenere il servizio su livelli accettabili. Ma sembra che dalla direzione di assumere dieci persone a tempo indeterminato non ci si pensi neppure e che la situazione si voglia risolvere con assunzioni a tempo determinato per un massimo di tre mesi.