Casalmaggiore, 13 settembre 2017 - Sono "malati" i ponti del Po della bassa Lombardia. Due giorni fa l’ultima chiusura, totale e urgente, del ponte di Calsamaggiore, un’opera di una cinquantina di anni fa su cui transitano tutti i giorni ventiseimila veicoli. Lo stop dei mezzi si è reso necessario dopo che i tecnici delle province di Cremona e Parma hanno verificato i cedimenti strutturali di tre travi. Giovedì mattina, dopo un sopralluogo durato nemmeno un’ora, è partita una ordinanza di chiusura totale fino a data da destinarsi.
Sono quattro i ponti che collegano il Cremonese con l’Emilia: il ponte in ferro di Cremona; quello dell’A21; quello di San Daniele Po e, appunto, la struttura di Casalmaggiore. Ad oggi solo il ponte dell’autostrada non presenta problemi, mentre tutti gli altri sono ammalorati. Il ponte in ferro, al confine con la provincia di Piacenza, è attualmente interdetto al traffico pesante. Quello di San Daniele Po, che porta alla sponda parmense, è a senso unico alternato e ha molti problemi. Fino a luglio è rimasto chiuso per permettere interventi strutturali. Infine il ponte di Casalmaggiore, sempre di collegamento con la provincia di Parma, chiuso per sicurezza.
«Sarò sincero – afferma il presidente della provincia di Cremona, Davide Viola – non so quantificare le risorse necessarie per rimettere in sesto il ponte di Casalmaggiore. Giovedì pomeriggio ci incontreremo con i sindaci dei comuni che si affacciano sul fiume per capire se le rotture sono il sentore di altri problemi e perchè quelle travi siano collassate». «Non è escluso – prosegue – che si evidenzino ulteriori problematicità. Non so dire quando sarà possibile la riapertura». La chiusura dei ponti del Po è un danno economico di dimensioni notevoli: se consideriamo anche quello di San Daniele, sono circa trentaduemila i mezzi che ogni giorno viaggiano su queste stutture. Studenti, lavoratori, agricoltori da oggi sono costretti in alcuni casi anche a quintuplicare i chilometri giornalieri e il tempo necessario per arrivare sull’altra sponda. Intanto Viola punta anche il dito anche contro automobilisti e camionisti: «Non rispettano le distanze e rendono inefficace il senso unico alternato». La Regione, attraverso l’assessore Gianni Fava, si è detta pronta a mettere sul piatto tre milioni e mezzo di euro per accellerare la riapertura del ponte di Casalmaggiore. Ma per ora manca un progetto di intervento: nell’incontro di mercoledì tra i sindaci e i presidenti di provincia verranno decise le azioni da intraprendere.