
Il salvataggio di Peppino Fappani da un frame del video amatoriale
Soncino (Cremona) – Sta bene ed è rientrato a casa ieri sera con un volo da Marsa Alam all’aeroporto Catullo di Verona Peppino Fappani, il soncinese di 69 anni attaccato da uno squalo mentre stava cercando di salvare la vita a Gianluca Di Gioia, il diplomatico romano 48enne residente in Francia che invece è deceduto a causa dei morsi del terribile pescecane. Ieri mattina l’odontotecnico soncinese in vacanza in Egitto dal giorno di Natale è stato dimesso dall’ospedale di Porto Ghalib dove era ricoverato dal 29 dicembre a causa delle ferite alle gambe e a un braccio riportate dall’attacco dello squalo.

“Mio padre sta bene - informa la figlia Cristina - e oggi si sottoporrà a visite specialistiche in ospedale per verificare il suo stato generale di salute”. “A mano a mano che le ore passano si rende sempre più conto di aver rischiato moltissimo in questa vicenda – aggiunge –, anche in virtù del fatto che Gianluca Di Gioia, invece, non ce l’ha fatta. Tuttavia ribadiamo che mio padre è corso in soccorso a Di Gioia, che non conosceva, perché riteneva che fosse in preda a un malore e solo quando gli è arrivato vicino ha visto lo squalo, che lo ha ferito alle gambe e a un braccio”. La famiglia segue anche con attenzione l’inchiesta della procura di Qusayr.
“Da qualche giorno – conferma sempre Cristina Fappani – sta girando un video prodotto da un turista tedesco che ha assistito dalla riva al salvataggio di mio padre. Si vede la guardia costiera avvicinarsi a mio padre e tirarlo sul gommone e sullo sfondo si vedono le boe che delimitano la zona balneabile. Quindi la prova che mio padre era al di qua della barriera corallina è in quel video. In ogni caso mio padre non ha avuto alcun problema con la procura. Nessuno ha detto nulla. Tuttavia, aspettiamo di conoscere le conclusioni. Mio padre ha sempre detto di essere rimasto in acque balneabili e il filmato lo proverebbe”. Potrebbe aver passato la barriera corallina per andare a soccorrere Gianluca Di Gioia? “Non lo so, ma penso che la cosa non sia importante. Se una persona chiede aiuto, tu vai a soccorrerla probabilmente senza pensarci due volte. Poi magari ti fai delle domande, ma prima agisci. Almeno, mio padre mi ha riferito questo”.