
Cremona, scopre per caso di essere affetta da meningocele: 17enne operata in endoscopia. Un momento dell'intervento
Cremona, 9 agosto 2025 - Affetta da meningocele basale, scoperto per caso grazie alla particolare attenzione dei medici del pronto soccorso di Cremona e al lavoro delle equipe di Otorinolaringoiatria e Neurochirurgia del Maggiore. E’ il caso di una giovane di 17 anni, Giulia, di Cremona che oggi è ha raggiunto la completa guarigione, dopo che nel giugno scorso le è stata diagnosticata quella che è una situazione estremamente rata.
Da qualche giorno Giulia aveva un forte mal di testa, per questo era stata portata al Pronto Soccorso di Cremona. Un sintomo che non è stato sottovalutato dall’équipe guidata da Francesca Co’. La TAC eseguita subito ha evidenziato qualcosa di anomalo da indagare ulteriormente con la Risonanza Magnetica. Il referto del radiologo ha aiutato lo specialista otorinolaringoiatra del team di Luca Pianta a confermare la diagnosi: meningocele basale, una condizione rara in cui una parte delle meningi arriva nella cavità nasale attraverso una fessura che si forma alla base del cranio.
Il caso è stato valutato con il parere dei neurochirurghi diretti da Antonio Fioravanti e si è presa la decisione di programmare l’intervento chirurgico per evitare complicanze. “Abbiamo programmato l’intervento a un mese dall’accesso in Pronto Soccorso, per preparare la paziente al meglio”, spiega Luca Pianta (direttore di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Cremona).

Per trattare questa specifica patologia (meningocele) esistono due diversi approcci: un intervento di chirurgia tradizionale al cranio e una tecnica meno invasiva di chirurgia endoscopica, con la quale il chirurgo opera passando attraverso le fosse nasali.
“Questo tipo di procedura viene svolto solo in centri altamente specializzati, perché richiedono la compresenza di neurochirurghi e otorinolaringoiatri esperti, strumenti endoscopici di ultima generazione e un team pronto a gestire ogni evenienza – precisa Pianta – . In questo caso le condizioni generali della paziente hanno consentito di optare per la tecnica meno invasiva, che favorisce il recupero in tempi brevi”.

Il caso è stato affrontato con un approccio multidisciplinare: "La collaborazione tra specialisti è ciò che qualifica un ospedale”, afferma Antonio Fioravanti (direttore di Neurochirurgia). “Lavorare in team ci permette di trattare patologie che da soli non potremmo affrontare. Oltre al meningocele, con la stessa tecnica vengono trattate altre patologie sellari complesse, come ad esempio gli adenomi ipofisari, i meningiomi che si sviluppano nella cavità ossea (sella turcica) situata alla base del cranio. Nel caso specifico la collaborazione in sala con il neurochirurgo si è tradotta nella ricostruzione intracranica”, precisa Pianta.
Dopo una breve convalescenza, la scorsa settimana Giulia si è presentata ai poliambulatori dell’Ospedale di Cremona per un controllo: “Sta bene, è guarita” afferma Pianta Il meningocele è una rara condizione in cui parte delle meningi che rivestono il cervello scivola nella cavità nasale attraverso un difetto osseo. Può essere congenito o causato da un trauma, spesso non mostra sintomi e viene scoperto per caso.