
Da sinistra, Luigia Concas di 84 anni ed Erminia Bernardini di 79
Montodine (Cremona) – Un abbraccio tra lacrime di gioia e poi, via, lo sfogo dei ricordi. “Proprio come due amiche che si incontrano e chiacchierano tra di loro”. Luigia Concas, 84 anni ed Erminia Bernardini 79, si sono ritrovate dopo 57 anni. “Tutto è cominciato due anni fa - ricorda la figlia di Erminia, Ilaria - quando mia mamma ha manifestato il desiderio di rintracciare Luigia, una sua collega che lavorava con lei nell’ospedale psichiatrico di Mombello (frazione di Limbiate in provincia di Monza e della Brianza) e della quale aveva perso le tracce. Ho avuto l’idea di contattare un giornale telematico di Crema e lanciare l’appello. In poche ore si è fatta viva una persona che conosceva la figlia di Luigia e mi ha dato il numero di telefono per contattarla. Da lì siamo riusciti a rintracciare l’amica di mia mamma”.
“Purtroppo poi mia mamma si è ammalata e abbiamo dovuto affrontare vari problemi, così il tempo è passato – prosegue –. Adesso sta meglio e abbiamo organizzato, a sorpresa, un pranzo insieme a Luigia”. Domenica scorsa Ilaria con il fratello sono andati a prendere la mamma a Cassano d’Adda e le hanno detto che l’avrebbero portata a pranzo e sono andati a Montodine. Qui Erminia è stata fatta scendere davanti a una casa e sulla porta è apparsa Luigia. Le due donne non credevano ai loro occhi, si sono riconosciute nonostante fossero passati ben 57 anni.
Luigia Concas ed Erminia Bernardini lavoravano nelle stesso ospedale psichiatrico. Erano gli anni Sessanta. Poi entrambe si sono sposate ed Ermina è andata ad abitare a Briga Novarese con suo marito parrucchiere, mentre Luigia a Montodine con il coniuge idraulico. Durante il pranzo le due donne si sono raccontate e poi hanno dato via libera ai ricordi: “Quando lavoravamo dovevamo stare attenti ai pazienti psichiatrici, che spesso si dimostravano molto furbi per eludere la sorveglianza. Ti ricordi di Anna (nome di fantasia)? Sì, quella povera donna che era impazzita a causa dei tradimenti del marito. Quando la portavamo fuori per una passeggiata, dovevamo stare attendi a non incontrare nessun uomo calvo perché in lui Anna vedeva il marito e scattava come una molla per andare ad aggredirlo e insultarlo”. Pranzo terminato dopo tre ore di ricordi, sorrisi, chiacchiere e la promessa di mantenersi in contatto per sempre e ritrovarsi ancora per stare un po’ insieme.