Villa Bernasconi a Cernobbio si riempie di note, Serena Valluzzi al pianoforte: “Suono Liszt nel suo amato lago”

L’artista è attesa domani alle 21 per un’esibizione che promette suggestioni: "Una felice coincidenza. Nel programma che ho scelto di presentare l’acqua viene intesa come elemento spirituale, interiore"

Serena Valluzzi

Serena Valluzzi

Cernobbio (Como) –  Serena Valluzzi ha intrecciato la sua vita al suo del pianoforte. Artista residente per la Società dei Concerti di Milano, la giovane è in scena domani a Cernobbio alla sala musica di Villa Bernasconi, ore 21, e suonerà un pianoforte Pleyel donato dagli eredi di Laura Alvino. In programma di Ludwig van Beethoven la "Sonata in mi bemolle maggiore op. 22!; di Franz Liszt: da "Années de pèlerinage/Troisième Année Les jeaux a Villa d’Este"; di Frederic Chopin "Notturno op. 55 n. 2" e "Scherzo op. 54". Nata a Bari, a diciassette anni si è diplomata in pianoforte al Conservatorio della sua città, riservata ed empatica Serena si racconta.

Franz Liszt ha vissuto un lungo periodo sul Lago di Como. Cosa significa, per lei, suonare la sua musica a Cernobbio?

"Ammetto di non aver pensato a questa felice coincidenza quando ho scelto il programma per il mio concerto. Effettivamente Liszt amava il lago di Como tanto da sceglierlo come luogo in cui soggiornare in tranquillità e a contatto con la natura, lasciandosi ispirare per diverse delle sue maggiori opere. Per il mio primo concerto nella splendida Villa Bernasconi, ho scelto di eseguire un’opera scritta in un periodo un po’ più tardo della vita compositiva di Liszt, ‘Les jeux d’eau à la Villa d’Este’ dal terzo quaderno degli Années de Pèlegrinage, in cui è ancora presente l’elemento naturale, come quello dell’acqua, ma trasceso ad una dimensione più spirituale e interiore".

Quando ha scoperto il pianoforte?

"Ho iniziato a strimpellare all’età di quattro anni, avendo già un pianoforte in casa la cosa è stata molto casuale e naturale. Ho iniziato subito un percorso di formazione e di crescita con la musica che non si è più fermato".

Quest’anno sarà fra i giovani artisti residenti alla Società dei Concerti di Milano. Cosa si aspetta?

"E’ un grandissimo piacere e la prendo come un altro dei tanti banchi di prova che un musicista deve affrontare nella propria carriera. In generale mi aspetto importanti occasioni per fare buona musica in bei posti, oltre che da solista, anche insieme ai miei nuovi compagni di viaggio, so che tutti loro sono validissimi musicisti Oggi sono una pianista più che convinta di voler proseguire lungo la strada della musica, per me non esiste mezzo di espressione più potente e una cura per l’anima più efficace".

Perché ha deciso di partecipare a concorsi pianistici internazionali non a una trasmissione televisiva a caccia di talenti?

"I concorsi sono utili come banchi di prova anche per verificare la capacità di tenere testa a situazioni di alta tensione emotiva, come può essere suonare davanti ad importanti giurie internazionali e magari in diretta streaming mondiale. Inoltre servono per farsi conoscere e avere nuove opportunità".