ROBERTO CANALI
Cronaca

Figino Serenza, finge di vendere casa: sequestra e violenta agente immobiliare

Arrestato un uomo residente in paese

L'uomo è stato arrestato dai carabinieri di Cantù

Figino Serenza (Como), 16 maggio 2020 - E' stato arrestato dai carabinieri di Cantù un cinquantatreenne residente in paese che nei giorni scorsi ha sequestrato e violentato una donna attirata con l'inganno nella sua abitazione. Lo scorso 8 maggio l'uomo ha contattato un'agente immobiliare fingendo di essere interessato a vendere la sua casa e fissando un appuntamento per la stima dell'immobile. 

Dopo aver fatto entrare la donna in casa il bruto ha chiuso la porta a chiave e minacciandola con un coltello l'ha legata mani e piedi dopo averla costretta a spogliarsi. L'uomo ha abusato della donna e le ha scattato delle foto per ricattarla, con la minaccia di mostrare le sue foto al compagno. Per fortuna la donna ha avuto il coraggio di denunciarlo e così l'uomo è finito in carcere. 

I militari della Stazione Carabinieri di Cantù, nell’ambito del predisposto dispositivo di contrasto teso a prevenire e reprimere tutte le condotte legate ai reati contro la persona e più in particolare a tutela delle fasce deboli (nel contesto del cosiddetto “Codice Rosso”) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como, nei confronti del cittadino italiano F.A., classe 1967, residente a Figino Serenza, per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata commessi in Figino Serenza e Cantù a partire dall’8 maggio 2020.

L’attività trae origine dagli approfondimenti investigativi avviati a seguito di denuncia sporta dalla vittima dei citati reati presso il Comando Stazione Carabinieri di Cantù, consentendo di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza circa i citati reati a carico di F.A., il quale, lo scorso 08 maggio, con la scusa di una valutazione commerciale dell’immobile in cui viveva al fine della vendita, faceva entrare nell’abitazione l’ignara vittima.

Le indagini, dunque, hanno consentito di:

  1. appurare che F.A., attirata la vittima nella trappola, chiudeva la porta a chiave e, con l’uso di violenza, dopo averle legato mani e piedi con fascette da elettricista, brandendo altresì un coltello a mo di minaccia, costringeva la vittima a spogliarsi, a masturbarlo e sotto nuove minacce la obbligava ad aprire le gambe per fotografarle le parti intime; nei giorni seguenti il reo, prodigandosi in ulteriori avance nei confronti della vittima, la minacciava di mostrare le foto al suo compagno qualora lo avesse denunciato;
  1. documentare le ferite riportate dalla persona offesa nel corso della violenza sessuale, emerse a seguito dello sfregamento provocato dalla legatura delle mani e dei piedi con fascette da elettricista, apposte dall’indagato al fine di limitare i movimenti della donna (la quale non ricorreva a cure mediche, in prima battuta, per senso del pudore).

La ricostruzione certosina di tali episodi, consentita anche da precise e mirate escussioni testimoniali, è sfociata nell’emissione del provvedimento cautelare preso in carico dai militari della Stazione Carabinieri di Cantù, che si sono dunque immediatamente dedicati alla localizzazione del destinatario il quale, rintracciato presso il proprio domicilio, è stato associato presso la casa circondariale di Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

I militari della Stazione Carabinieri di Cantù, nell’ambito del predisposto dispositivo di contrasto teso a prevenire e reprimere tutte le condotte legate ai reati contro la persona e più in particolare a tutela delle fasce deboli (nel contesto del cosiddetto “Codice Rosso”) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como, nei confronti del cittadino italiano F.A., classe 1967, residente a Figino Serenza, per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata commessi in Figino Serenza e Cantù a partire dall’8 maggio 2020.

L’attività trae origine dagli approfondimenti investigativi avviati a seguito di denuncia sporta dalla vittima dei citati reati presso il Comando Stazione Carabinieri di Cantù, consentendo di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza circa i citati reati a carico di F.A., il quale, lo scorso 08 maggio, con la scusa di una valutazione commerciale dell’immobile in cui viveva al fine della vendita, faceva entrare nell’abitazione l’ignara vittima.

Le indagini, dunque, hanno consentito di:

-        appurare che F.A., attirata la vittima nella trappola, chiudeva la porta a chiave e, con l’uso di violenza, dopo averle legato mani e piedi con fascette da elettricista, brandendo altresì un coltello a mo di minaccia, costringeva la vittima a spogliarsi, a masturbarlo e sotto nuove minacce la obbligava ad aprire le gambe per fotografarle le parti intime; nei giorni seguenti il reo, prodigandosi in ulteriori avance nei confronti della vittima, la minacciava di mostrare le foto al suo compagno qualora lo avesse denunciato;

-        documentare le ferite riportate dalla persona offesa nel corso della violenza sessuale, emerse a seguito dello sfregamento provocato dalla legatura delle mani e dei piedi con fascette da elettricista, apposte dall’indagato al fine di limitare i movimenti della donna (la quale non ricorreva a cure mediche, in prima battuta, per senso del pudore).   

La ricostruzione certosina di tali episodi, consentita anche da precise e mirate escussioni testimoniali, è sfociata nell’emissione del provvedimento cautelare preso in carico dai militari della Stazione Carabinieri di Cantù, che si sono dunque immediatamente dedicati alla localizzazione del destinatario il quale, rintracciato presso il proprio domicilio, è stato associato presso la casa circondariale di Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

I militari della Stazione Carabinieri di Cantù, nell’ambito del predisposto dispositivo di contrasto teso a prevenire e reprimere tutte le condotte legate ai reati contro la persona e più in particolare a tutela delle fasce deboli (nel contesto del cosiddetto “Codice Rosso”) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como, nei confronti del cittadino italiano F.A., classe 1967, residente a Figino Serenza, per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata commessi in Figino Serenza e Cantù a partire dall’8 maggio 2020.

L’attività trae origine dagli approfondimenti investigativi avviati a seguito di denuncia sporta dalla vittima dei citati reati presso il Comando Stazione Carabinieri di Cantù, consentendo di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza circa i citati reati a carico di F.A., il quale, lo scorso 08 maggio, con la scusa di una valutazione commerciale dell’immobile in cui viveva al fine della vendita, faceva entrare nell’abitazione l’ignara vittima.

Le indagini, dunque, hanno consentito di:

-        appurare che F.A., attirata la vittima nella trappola, chiudeva la porta a chiave e, con l’uso di violenza, dopo averle legato mani e piedi con fascette da elettricista, brandendo altresì un coltello a mo di minaccia, costringeva la vittima a spogliarsi, a masturbarlo e sotto nuove minacce la obbligava ad aprire le gambe per fotografarle le parti intime; nei giorni seguenti il reo, prodigandosi in ulteriori avance nei confronti della vittima, la minacciava di mostrare le foto al suo compagno qualora lo avesse denunciato;

-        documentare le ferite riportate dalla persona offesa nel corso della violenza sessuale, emerse a seguito dello sfregamento provocato dalla legatura delle mani e dei piedi con fascette da elettricista, apposte dall’indagato al fine di limitare i movimenti della donna (la quale non ricorreva a cure mediche, in prima battuta, per senso del pudore).   

La ricostruzione certosina di tali episodi, consentita anche da precise e mirate escussioni testimoniali, è sfociata nell’emissione del provvedimento cautelare preso in carico dai militari della Stazione Carabinieri di Cantù, che si sono dunque immediatamente dedicati alla localizzazione del destinatario il quale, rintracciato presso il proprio domicilio, è stato associato presso la casa circondariale di Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.vvI militari della Stazione Carabinieri di Cantù, nell’ambito del predisposto dispositivo di contrasto teso a prevenire e reprimere tutte le condotte legate ai reati contro la persona e più in particolare a tutela delle fasce deboli (nel contesto del cosiddetto “Codice Rosso”) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como, nei confronti del cittadino italiano F.A., classe 1967, residente a Figino Serenza, per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata commessi in Figino Serenza e Cantù a partire dall’8 maggio 2020.

L’attività trae origine dagli approfondimenti investigativi avviati a seguito di denuncia sporta dalla vittima dei citati reati presso il Comando Stazione Carabinieri di Cantù, consentendo di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza circa i citati reati a carico di F.A., il quale, lo scorso 08 maggio, con la scusa di una valutazione commerciale dell’immobile in cui viveva al fine della vendita, faceva entrare nell’abitazione l’ignara vittima.

Le indagini, dunque, hanno consentito di:

  1. appurare che F.A., attirata la vittima nella trappola, chiudeva la porta a chiave e, con l’uso di violenza, dopo averle legato mani e piedi con fascette da elettricista, brandendo altresì un coltello a mo di minaccia, costringeva la vittima a spogliarsi, a masturbarlo e sotto nuove minacce la obbligava ad aprire le gambe per fotografarle le parti intime; nei giorni seguenti il reo, prodigandosi in ulteriori avance nei confronti della vittima, la minacciava di mostrare le foto al suo compagno qualora lo avesse denunciato;
  1. documentare le ferite riportate dalla persona offesa nel corso della violenza sessuale, emerse a seguito dello sfregamento provocato dalla legatura delle mani e dei piedi con fascette da elettricista, apposte dall’indagato al fine di limitare i movimenti della donna (la quale non ricorreva a cure mediche, in prima battuta, per senso del pudore).

La ricostruzione certosina di tali episodi, consentita anche da precise e mirate escussioni testimoniali, è sfociata nell’emissione del provvedimento cautelare preso in carico dai militari della Stazione Carabinieri di Cantù, che si sono dunque immediatamente dedicati alla localizzazione del destinatario il quale, rintracciato presso il proprio domicilio, è stato associato presso la casa circondariale di Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

I militari della Stazione Carabinieri di Cantù, nell’ambito del predisposto dispositivo di contrasto teso a prevenire e reprimere tutte le condotte legate ai reati contro la persona e più in particolare a tutela delle fasce deboli (nel contesto del cosiddetto “Codice Rosso”) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como, nei confronti del cittadino italiano F.A., classe 1967, residente a Figino Serenza, per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata commessi in Figino Serenza e Cantù a partire dall’8 maggio 2020.

L’attività trae origine dagli approfondimenti investigativi avviati a seguito di denuncia sporta dalla vittima dei citati reati presso il Comando Stazione Carabinieri di Cantù, consentendo di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza circa i citati reati a carico di F.A., il quale, lo scorso 08 maggio, con la scusa di una valutazione commerciale dell’immobile in cui viveva al fine della vendita, faceva entrare nell’abitazione l’ignara vittima.

Le indagini, dunque, hanno consentito di:

-        appurare che F.A., attirata la vittima nella trappola, chiudeva la porta a chiave e, con l’uso di violenza, dopo averle legato mani e piedi con fascette da elettricista, brandendo altresì un coltello a mo di minaccia, costringeva la vittima a spogliarsi, a masturbarlo e sotto nuove minacce la obbligava ad aprire le gambe per fotografarle le parti intime; nei giorni seguenti il reo, prodigandosi in ulteriori avance nei confronti della vittima, la minacciava di mostrare le foto al suo compagno qualora lo avesse denunciato;

-        documentare le ferite riportate dalla persona offesa nel corso della violenza sessuale, emerse a seguito dello sfregamento provocato dalla legatura delle mani e dei piedi con fascette da elettricista, apposte dall’indagato al fine di limitare i movimenti della donna (la quale non ricorreva a cure mediche, in prima battuta, per senso del pudore).   

La ricostruzione certosina di tali episodi, consentita anche da precise e mirate escussioni testimoniali, è sfociata nell’emissione del provvedimento cautelare preso in carico dai militari della Stazione Carabinieri di Cantù, che si sono dunque immediatamente dedicati alla localizzazione del destinatario il quale, rintracciato presso il proprio domicilio, è stato associato presso la casa circondariale di Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.b

 

I militari della Stazione Carabinieri di Cantù, nell’ambito del predisposto dispositivo di contrasto teso a prevenire e reprimere tutte le condotte legate ai reati contro la persona e più in particolare a tutela delle fasce deboli (nel contesto del cosiddetto “Codice Rosso”) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como, nei confronti del cittadino italiano F.A., classe 1967, residente a Figino Serenza, per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata commessi in Figino Serenza e Cantù a partire dall’8 maggio 2020.

L’attività trae origine dagli approfondimenti investigativi avviati a seguito di denuncia sporta dalla vittima dei citati reati presso il Comando Stazione Carabinieri di Cantù, consentendo di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza circa i citati reati a carico di F.A., il quale, lo scorso 08 maggio, con la scusa di una valutazione commerciale dell’immobile in cui viveva al fine della vendita, faceva entrare nell’abitazione l’ignara vittima.

Le indagini, dunque, hanno consentito di:

-        appurare che F.A., attirata la vittima nella trappola, chiudeva la porta a chiave e, con l’uso di violenza, dopo averle legato mani e piedi con fascette da elettricista, brandendo altresì un coltello a mo di minaccia, costringeva la vittima a spogliarsi, a masturbarlo e sotto nuove minacce la obbligava ad aprire le gambe per fotografarle le parti intime; nei giorni seguenti il reo, prodigandosi in ulteriori avance nei confronti della vittima, la minacciava di mostrare le foto al suo compagno qualora lo avesse denunciato;

-        documentare le ferite riportate dalla persona offesa nel corso della violenza sessuale, emerse a seguito dello sfregamento provocato dalla legatura delle mani e dei piedi con fascette da elettricista, apposte dall’indagato al fine di limitare i movimenti della donna (la quale non ricorreva a cure mediche, in prima battuta, per senso del pudore).   

La ricostruzione certosina di tali episodi, consentita anche da precise e mirate escussioni testimoniali, è sfociata nell’emissione del provvedimento cautelare preso in carico dai militari della Stazione Carabinieri di Cantù, che si sono dunque immediatamente dedicati alla localizzazione del destinatario il quale, rintracciato presso il proprio domicilio, è stato associato presso la casa circondariale di Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.I militari della Stazione Carabinieri di Cantù, nell’ambito del predisposto dispositivo di contrasto teso a prevenire e reprimere tutte le condotte legate ai reati contro la persona e più in particolare a tutela delle fasce deboli (nel contesto del cosiddetto “Codice Rosso”) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como, nei confronti del cittadino italiano F.A., classe 1967, residente a Figino Serenza, per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata commessi in Figino Serenza e Cantù a partire dall’8 maggio 2020.

L’attività trae origine dagli approfondimenti investigativi avviati a seguito di denuncia sporta dalla vittima dei citati reati presso il Comando Stazione Carabinieri di Cantù, consentendo di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza circa i citati reati a carico di F.A., il quale, lo scorso 08 maggio, con la scusa di una valutazione commerciale dell’immobile in cui viveva al fine della vendita, faceva entrare nell’abitazione l’ignara vittima.

Le indagini, dunque, hanno consentito di:

  1. appurare che F.A., attirata la vittima nella trappola, chiudeva la porta a chiave e, con l’uso di violenza, dopo averle legato mani e piedi con fascette da elettricista, brandendo altresì un coltello a mo di minaccia, costringeva la vittima a spogliarsi, a masturbarlo e sotto nuove minacce la obbligava ad aprire le gambe per fotografarle le parti intime; nei giorni seguenti il reo, prodigandosi in ulteriori avance nei confronti della vittima, la minacciava di mostrare le foto al suo compagno qualora lo avesse denunciato;
  1. documentare le ferite riportate dalla persona offesa nel corso della violenza sessuale, emerse a seguito dello sfregamento provocato dalla legatura delle mani e dei piedi con fascette da elettricista, apposte dall’indagato al fine di limitare i movimenti della donna (la quale non ricorreva a cure mediche, in prima battuta, per senso del pudore).

La ricostruzione certosina di tali episodi, consentita anche da precise e mirate escussioni testimoniali, è sfociata nell’emissione del provvedimento cautelare preso in carico dai militari della Stazione Carabinieri di Cantù, che si sono dunque immediatamente dedicati alla localizzazione del destinatario il quale, rintracciato presso il proprio domicilio, è stato associato presso la casa circondariale di Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.I militari della Stazione Carabinieri di Cantù, nell’ambito del predisposto dispositivo di contrasto teso a prevenire e reprimere tutte le condotte legate ai reati contro la persona e più in particolare a tutela delle fasce deboli (nel contesto del cosiddetto “Codice Rosso”) hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como, nei confronti del cittadino italiano F.A., classe 1967, residente a Figino Serenza, per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata commessi in Figino Serenza e Cantù a partire dall’8 maggio 2020.

 

L’attività trae origine dagli approfondimenti investigativi avviati a seguito di denuncia sporta dalla vittima dei citati reati presso il Comando Stazione Carabinieri di Cantù, consentendo di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza circa i citati reati a carico di F.A., il quale, lo scorso 08 maggio, con la scusa di una valutazione commerciale dell’immobile in cui viveva al fine della vendita, faceva entrare nell’abitazione l’ignara vittima.

Le indagini, dunque, hanno consentito di:

-        appurare che F.A., attirata la vittima nella trappola, chiudeva la porta a chiave e, con l’uso di violenza, dopo averle legato mani e piedi con fascette da elettricista, brandendo altresì un coltello a mo di minaccia, costringeva la vittima a spogliarsi, a masturbarlo e sotto nuove minacce la obbligava ad aprire le gambe per fotografarle le parti intime; nei giorni seguenti il reo, prodigandosi in ulteriori avance nei confronti della vittima, la minacciava di mostrare le foto al suo compagno qualora lo avesse denunciato;

-        documentare le ferite riportate dalla persona offesa nel corso della violenza sessuale, emerse a seguito dello sfregamento provocato dalla legatura delle mani e dei piedi con fascette da elettricista, apposte dall’indagato al fine di limitare i movimenti della donna (la quale non ricorreva a cure mediche, in prima battuta, per senso del pudore).   

La ricostruzione certosina di tali episodi, consentita anche da precise e mirate escussioni testimoniali, è sfociata nell’emissione del provvedimento cautelare preso in carico dai militari della Stazione Carabinieri di Cantù, che si sono dunque immediatamente dedicati alla localizzazione del destinatario il quale, rintracciato presso il proprio domicilio, è stato associato presso la casa circondariale di Como a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.