Como, aggressioni e minacce per farle indossare il velo

Avevano una relazione da solo tre mesi, ma l’uomo di 35 anni che vive a Cirimido era diventato un incubo. Ora è stato allontanato

Velo islamico in una foto d'archivio

Velo islamico in una foto d'archivio

Cirimido (Como) - Botte e minacce dal compagno, con il quale aveva una relazione da soli tre mesi, ma sufficienti a cercare di imporre il suo atteggiamento aggressivo e dominante, e a prospettarle un imminente matrimonio. Ma la ragazza, una spagnola di origine marocchina che vive a Como, si è rivolta alla polizia, che ha avviato un’indagine sfociata in un provvedimento di divieto di avvicinamento chiesto dal sostituto procuratore di Como Michele Pecoraro, notificato in queste ultime ore a un uomo di 35 anni di origine marocchine residente a Cirimido. Fin dai primi giorni della relazione, la ragazza si era resa conto dell’atteggiamento aggressivo e prevaricatore del fidanzato che la insultava e minacciava, intimandole anche di cambiare modo di vestirsi e di mettere il velo. Una violenza dapprima solo verbale, che è presto degenerata, culminando in ripetute aggressioni che hanno provocato alla vittima diverse contusioni sul corpo e sul volto. Ma, dal punto di vista del trentacinquenne, si trattava di una condotta normale e forse addirittura doverosa, tanto che aveva già manifestato l’intenzione di sposarla in breve tempo.

A rendersi conto della situazione diventata ormai insostenibile, è stato il datore di lavoro della ragazza che ha preso l’iniziativa di segnalare alla polizia quanto stava accadendo, sollecitando così il loro l’intervento. Davanti agli agenti della Squadra Volante, che avevano svolto il primissimo intervento, la ragazza era scoppiata a piangere, raccontando di essere terrorizzata per quanto le stava accadendo: non solo per le botte, ma anche per la possibilità che il fidanzato ottenesse dalla sua famiglia il consenso al matrimonio. Gli approfondimenti sono stati condotti successivamente dagli investigatori della Squadra Mobile, sfociati nelle richiesta del provvedimento cautelare da parte del magistrato con l’ipotesi di stalking, lesioni e danneggiamenti, emesso dal Gip, che vieta all’uomo di avvicinarsi alla ragazza e ai luoghi da lei frequentati. Una limitazione che, se non dovesse essere rispettata, potrebbe condurre il trentacinquenne direttamente in carcere. Martedì pomeriggio la polizia ha quindi rintracciato l’indagato, notificandogli il divieto di avvicinamento e nominandogli un avvocato che avrà il compito di spiegare il significato del provvedimento giudiziario e le conseguenze a cui potrebbe andare incontro se non rispettato. Ora l’uomo rimane in attesa dell’interrogatorio di garanzia, durante il quale potrà spiegare al giudice la sua versione di quanto gli viene contestato.