
La villa è rimasta e l’olmo che le dava il nome non c’è più. A Como saranno costretti a rifare le cartoline perché uno dei due grandi alberi monumentali che si ergevano nel parco di fronte a Villa Olmo, la più bella nel primo bacino del lago e forse di tutto il Lario, è stato abbattuto. Che l’albero era malato lo si sapeva già da alcuni anni, ma la "sentenza" è arrivata solo nelle ultime settimane e per l’abbattimento si è dovuto attendere il via libera della Soprintendenza che non si è opposta perché l’albero monumentale, transennato da un paio di mesi, rappresentava un pericolo.
"Non c’era altra scelta - spiega Ettore Frigerio, presidente degli Agronomi di Como e Lecco - i rami rischiavano di crollare e vista la sua collocazione nel parco rappresentava un pericolo. Quanti anni aveva? Alcune centinaia, basta avere la pazienza di mettersi a contare gli anelli all’interno del tronco. Come tutti gli esseri viventi gli alberi, purtroppo, prima o poi muoiono". E non è facile stabilirne le cause esatte, anche se in questo caso più che l’effetto del cambiamento climatico andrebbe chiamato in causa l’impianto di irrigazione dei giardini. "La causa principale è un’ infezione fungina che ha fatto ammalare e morire la pianta. Fino agli anni ’90 l’ albero si trovava in prossimità deviale, in un punto leggermente rialzato, era circondato da alcune panchine e ricordo che stava bene perché l’avevo studiato". Poi c’è stato un intervento di sistemazione del parco e il grande olmo, per essere meglio valorizzato, è finito in mezzo a un prato e le panchine sono state sostituite da impianti di irrigazione che servivano non a lui, ma a garantire la tenuta del manto erboso. "L’olmo è una pianta che si cerca l’acqua da sola e preferisce il secco". Per un olmo a Como si sono messi al lavoro per salvare l’altro, anche lui malato anche se per fortuna in condizioni meno gravi, e transennato per sicurezza. "Le condizioni dell’altro albero per fortuna sono migliori, anche se ha bisogno di cure. Negli ultimi anni anche un altro olmo del parco, più giovane dei primi due, si è ammalato ed è stato abbattuto, questo va assolutamente salvato. Per fargli compagnia ne pianteremo un altro, la primavera prossima, dopo aver ripulito e trattato il terreno che lasceremo riposare per l’inverno". Roberto Canali