
I carabinieri sono risaliti alle identità dei denunciati tramite le chat scambiate con loro sui social
Per diversi anni, dopo essersi conosciuti su Facebook, ha creduto di avere un amico. Una persona gradevole con cui chiacchierare e tenersi compagnia. Che ogni tanto aveva bisogno di denaro, ma mai grosse cifre, che lei gli donava volentieri. Un lungo tempo, quasi cinque anni, in cui la donna, una pensionata di 79 anni di Mariano Comense, è stata convinta di avere a che fare con un normale venditore di auto, che aveva piacere a passare del tempo a parlare con lei, nulla di più.
Senza sospettare che dietro quell’uomo, mai visto in faccia, c’era invece una banda di truffatori. Poco alla volta, gli ha consegnato almeno 5.500 euro, pronta a intervenire quando lui, l’amico che credeva essere sempre la stessa persona, le diceva di di aver bisogno urgente di denaro.
Non ha mai sospettato nulla, arrivando addirittura ad aprire una PostePay affidata a lui, per facilitare le donazioni di denaro. Tempo fa l’amico aveva spontaneamente detto di volerle restituire i prestiti. Così le ha chiesto ancora una piccola cifra, per pagare le spese di bonifico per la restituzione dei soldi. La donna ha intuito che qualcosa non andava e lo ha accusato di raggirarla.
La reazione dell’uomo – anzi, dei sei uomini, come hanno accertato i carabinieri di Mariano Comense dopo aver ricevuto la denuncia della pensionata – è stata immediata: minacce di rivelare ai suoi familiari di avergli dato quei soldi, per anni, di nascosto. La vittima si è vista recapitare la foto del marito, di cui era rimasta vedova tempo prima.
I militari, partendo dalle chat, hanno ricostruito che alle spalle di quella apparente amicizia, c’era una banda di sei truffatori, tutti denunciati: un uomo di 36 anni di Parma, uno di 77 di Napoli, uno di 48 della Nuova Guinea residente a Bergamo, uno di 26 della Costa d’Avorio residente a Latina e un gambiano di 25 residente a Foggia.