REDAZIONE COMO

"Ti do in pasto ai maiali o ti sciolgo nell’acido"

Al processo “Cavalli di razza“ ascoltate alcune delle vittime del sistema estorsivo scardinato dalla Dda

"Potremmo scrivere un libro sulle minacce ricevute. È stato il peggior incubo della mia vita". Ieri in aula, nel processo “Cavalli di razza“ della Dda di Milano, sono state ascoltate alcune vittime di estorsione. Uno dei testimoni, ha raccontato di essere stato coinvolto in un presunto affare di compravendita di un orologio da 60mila euro da Daniele Ficarra, per poi trovarsi il nipote di quest’ultimo, Domenico Ficarra, scagliato contro, che lo accusava di avergli fatto perdere un affare e di doverlo risarcire: minacce che il teste ha ripetuto ai giudici: "Ti uccido, ti do in pasto ai maiali, ti sciolgo nell’acido, ammazzo la tua famiglia…", per poi concludere: "L’abbandono della mia famiglia è stata la parte più grossa, ero il punto di riferimento per la mia famiglia, hanno cominciato a non fidarsi più di me". Di un’altra parte offesa, un imprenditore milanese, è stato deciso di ammettere gli atti della sua testimonianza. Si era appoggiato a Cesare Pravisano e Massimiliano Ficarra, per servizi di pulizia e facchinaggio, salvo poi trovarsi ad avere a che fare solo con il secondo e il consorzio Fi.Ma., a cui facevano capo diverse cooperative. Nel 2019 erano iniziate le richieste di denaro: "Daniele Ficarra mi diceva che il fratello Massimiliano era in carcere, e che aveva bisogno di soldi": cifre di 60mila euro al mese, secondo il testimone. "Ho accettato di pagare, sperando che si accontentasse. Mi indicò come fare i bonifici e mi consegnò le fatture per operazioni inesistenti per coprire i versamenti estorsivi". Agli atti, è finita anche la trascrizione di un’intercettazione telefonica intercorsa tra l’imprenditore e la madre: "Era già successo a tuo padre – le dice – gli avevano puntato una pistola alla testa, ma lui era stato zitto per voi". Paola Pioppi