Como, termovalorizzatore da ampliare? Il progetto non piace

Sono più i pareri contrari che quelli favorevoli

L’impianto di Como

L’impianto di Como

Como - Dopo il Comune, che si era messo di traverso nelle scorse settimane, tocca alla Regione esprimersi sul progetto di aggiungere una terza linea al termovalorizzatore di Como per bruciare i fanghi da depurazione. Un progetto quello di Acsm-Agam che finora ha trovato ben pochi sostenitori. "Gli approfondimenti effettuati dalla Commissione speciale di Como ha messo in luce le ragioni per cui la costruzione della terza linea dell’inceneritore causerebbe un forte impatto ambientale con gravi ricadute sulla salute e sulla mobilità dei comaschi – spiega il consigliere regionale Raffaele Erba, di M5s che ha presentato una mozione a Palazzo Lombardia -. Oggi sono ormai maturi i tempi in cui lo smaltimento dei rifiuti rispondano ai principi dell’economia circolare in cui le materie prime vengono recuperate e riutilizzate.

L’incenerimento dei rifiuti va progressivamente abbandonato per lasciare spazio al recupero della materia. In questo modo avremo un processo tecnologico più efficiente e rispettoso di salute e ambiente". Un investimento da oltre 50 milioni di euro quello di Acsm-Agam che rischia di rimanere fermo al palo. L’azienda, attraverso l’ampliamento dell’impianto de La Guzza, voleva candidarsi a smaltire i fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle province di Sondrio, Lecco, Varese, Monza e Brianza oltre naturalmente a Como. Più o meno 80mila tonnellate l’anno pari all’80% della produzione totale. Un affare da centinaia di milioni di euro che però ha suscitato l’opposizione non solo dei movimenti ambientalisti, ma anche dei residenti e della politica. Ad avanzare dubbi alla Regione, cui spetta la potestà di autorizzare o meno l’ampliamento, ci ha pensato anche il Comune di Como, attraverso una serie di osservazioni tecniche che sollevano parecchie perplessità sull’intervento.