Suominen, presidio dei lavoratori "No alla chiusura dell’impianto"

La mobilitazione dei dipendenti dopo l’annuncio a sorpresa dell’azienda che produce salviettine. A rischio 92 posti, primo incontro tra sindacati e vertici societari nella sede di Confindustria Como

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di Roberto Canali

Continuano a essere nere le nubi sul futuro della Suominen che un paio di giorni fa, a sorpresa, ha annunciato la volontà di chiudere il proprio impianto di Mozzate dove sono occupate 92 persone. La decisione è arrivata direttamente da Helsinki, dove ha sede la direzione del gruppo, leader mondiale nella produzione di salviettine di tessuto non tessuto utilizzate nel settore medico e per la pulizia e l’igiene della casa. Ieri i vertici dell’azienda si sono incontrati con i sindacati nella sede di Confindustria a Como, ma il primo incontro è stato interlocutorio, con i manager che hanno ribadito la volontà di chiudere l’impianto entro la metà dell’anno, perché non sarebbe più strategico rispetto ai piani del gruppo.

"L’azienda ha ribadito la volontà di arrivare alla chiusura – spiegano i delegati delle Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec – ma non essendo ancora stata aperta ufficialmente la procedura di licenziamento, non si è ancora potuto entrare nello specifico di quanto accadrà". Si dovrà attendere il prossimo incontro, probabilmente all’inizio di febbraio, per capire quanti sono i lavoratori per i quali sarà richiesta la mobilità e a quanti, invece, sarà offerto di trasferirsi a Cressa, in provincia di Novara, dove l’azienda ha un altro impianto, in cui si lavora a pieno ritmo.

Una delle tante contraddizioni che le parti sociali intendono eccepire alla direzione di Suominen, che ha annunciato di voler chiudere a Mozzate perché il mercato è in crisi e perché i costi di produzione sono diventati insostenibili, soprattutto a causa del caro-energia.

Se n’è discusso nel corso del pomeriggio nell’assemblea che i lavoratori hanno tenuto all’interno dell’impianto di via Corbé dove, nonostante l’annuncio di chiusura seguito alla cassa integrazione iniziata nei mesi scorsi, la produzione non si è mai fermata. Per ora non sono stati annunciati scioperi o manifestazioni di protesta, che però potrebbero essere indetti nei prossimi giorni, non appena l’azienda entrerà nel merito delle sue scelte.

Una crisi, quella della Suominen, che ricorda molto da vicino quanto accadde appena un anno fa alla Henkel di Lomazzo, la filiale italiana del colosso dei detersivi, chiusa dopo settantanni di attività senza tanti convenevoli.

"Il modo di trattare i dipendenti rievoca molto da vicino quello che accadde allora, speriamo che l’epilogo sia diverso – esprime la sua preoccupazione la deputata comasca dem, Chiara Braga –. Siamo pronti a impegnarsi per trovare una soluzione insieme all’impresa e alle parti sociali".