Mozzate, la Suominen vuole chiudere: a rischio 57 degli 89 lavoratori

Mozzate, la proprietà finlandese intende dismettere l’impianto e procedere ai licenziamenti

La sede della Suominen a Mozzate

La sede della Suominen a Mozzate

Prosegue il braccio di ferro tra lavoratori e proprietà alla Nonwovens di Mozzate, l’azienda produttrice di salviette di tessuto non tessuto di proprietà del gruppo finlandese Suominen leader nei prodotti per la pulizia e l’igiene. Nonostante una serie di incontri in Confindustria Como le posizioni sono molto distanti, con l’azienda che continua a ribadire la sua ferma volontà di dismettere l’impianto e procedere al licenziamento di 57 degli 89 dipendenti, in pratica gli operai che lavorano sulle due linee di produzione. I sindacati stanno cercando di spingere Suominen a considerare il ricollocamento di tutti o buona parte nell’impianto di Cressa, in provincia di Novara, dove il gruppo ha concentrato la sua produzione. Proprio qui domani si svolgerà un’assemblea, con i delegati sindacali e i rappresentanti della Rsu dell’impianto comasco, per cercare di coinvolgere anche loro nella protesta.

Finora infatti gli unici a incrociare le braccia sono stati i lavoratori dell’impianto comasco, fermi dalla fine dello scorso gennaio dopo che l’azienda ha annunciato di voler sospendere la produzione. Un fulmine a ciel sereno quello caduto in via Bolgé dove nonostante i lavoratori da qualche mese fossero in cassa integrazione nessuno poteva immaginarsi un simile epilogo.

La decisione a quanto sembra è arrivata direttamente da Helsinki sulla base dell’analisi dei costi di produzione e delle prospettive di mercato, che implicano un calo nel consumo di salviette igienizzate dopo il boom durante il Covid. La Suominen finora si è dimostrata sorda anche di fronte alle richieste di incentivi all’esodo per i lavoratori. Si è partiti da un’offerta di 6 mesi di stipendio e 100 euro per ogni anno di anzianità di servizio, ma solo a partire dall’ottavo anno di lavoro, più altri 300 euro per ogni figlio a carico. Solo dopo le proteste dei sindacati i mesi sono diventati 8, ma l’offerta è comunque considerata troppo bassa dalle parti sociali. La speranza è di un aiuto anche dalla politica, dopo l’interessamento dei consiglieri regionali che sono pronti a portare il caso Nonwovens di fronte alla Commissione Attività Produttive del Pirellone, la vertenza potrebbe approdare anche sul tavolo del Commissario Europeo agli Affari Sociali e al Lavoro, Nicolas Schmit. Roberto Canali