
Carugo, 22enne strangola e uccide la madre (Cusa)
Carugo, 9 agosto 2014 - Ora, solo lui potrà spiegare il perché e il come. Se deciderà di parlare e raccontare i motivi che lo hanno spinto a uccidere sua madre, nel tardo pomeriggio di ieri, mentre si trovavano da soli in casa. Mariangela Moiola, 54 anni e cinque figli, è morta mentre cercava disperatamente di mettersi in salvo dall’aggressione di suo figlio, il più grande dei due maschi. Marcello Suriano, 22 anni, l’ha bloccata mentre erano nell’appartamento, inseguita mentre gridava e chiamava aiuto, cercando di correre fuori da casa. L’ha finita sul pianerottolo della villetta in cui vivevano tutti: padre e madre, le sue tre sorelle e il fratellino di 13 anni. A tutti loro, Marcello ha portato via la moglie e la mamma, per motivi che al momento sono del tutto incomprensibili. I due forse avevano avuto qualche discussione in passato, ma non si sa quanto importante, quanto trascinata. Comunque non tale da creare preoccupazioni in famiglia. Ieri pomeriggio i due erano da soli in casa: i vicini, dalla parte opposta della strada alla periferia di Carugo, Comune della Brianza Comasca, all’improvviso hanno sentito la donna gridare, chiedere aiuto. Hanno chiamato i carabinieri, e da quel momento tutto è accaduto velocemente: la pattuglia arrivata in pochi attimi, i carabinieri che hanno trovato il figlio a terra addosso alla madre, soffocata con un sacchetto di plastica dopo il tentativo di strangolarla. Era ormai morta, esanime a terra sotto di lui, ma il ragazzo non la lasciava. Sono stati i militari ad allontanarlo e fermarlo. Una scena agghiacciante, quando ormai non c’era più nulla da fare per salvare la donna. Suriano è stato portato in caserma dai carabinieri di Cantù e lì è iniziata la ricostruzione per capire cos’era accaduto, e soprattutto i motivi.
La probabile discussione che ha preceduto l’aggressione. Ieri sera, poco alla volta, sono tornati tutti a casa. Il padre, a fare i conti con un’esplosione di disperazione incontenibile, con la moglie uccisa e il figlio portato via dai carabinieri. Cercando di consolare il ragazzino più piccolo, tornato dall’oratorio senza mai più poter vedere la mamma. Chiuso in quella casa circondata da chi, nelle prossime settimane, dovrà lavorare per capire cos’è accaduto. E le tre ragazze, rientrate in fretta dal lavoro o dalle vacanze, a farsi sostenere dagli abbracci di chi è corso da loro per cercare di aiutarli.