Strage di piazza della Loggia. Rinviato a giudizio “Tomaten” il biondino che arrossiva sempre

Terza, identica conclusione in poco più di un anno per Marco Toffaloni. All’epoca dei fatti minorenne, si ritiene abbia piazzato nel cestino la bomba con Zorzi.

Strage di piazza della Loggia. Rinviato a giudizio “Tomaten” il biondino che arrossiva sempre

Strage di piazza della Loggia. Rinviato a giudizio “Tomaten” il biondino che arrossiva sempre

Buona la terza. Marco Toffaloni, uno dei presunti esecutori materiali della strage di piazza Loggia – il 28 maggio ricorrerà il 50° della bomba – ieri è stato rinviato a giudizio. Per la terza volta nel giro di poco più di un anno, dopo che i due precedenti decreti che disponevano il processo erano stati annullati per questioni procedurali: la prima per un difetto di elezione di domicilio, la seconda perché il giudice aveva per sbaglio disposto il processo per l’imputato – che mai si è presentato in aula – senza far discutere le parti. Stavolta, al termine della terza udienza preliminare presieduta da un terzo gup Maria Teresa Canzi, tutto è andato via liscio. "Finalmente", ha detto sollevato uscendo dall’aula del Tribunale dei minori Manlio Milani, il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, onnipresente in questa lunga storia costellata di procedimenti giudiziari e intoppi.

Toffaloni, 67 anni, ex ordinovista veronese che oggi vive in Svizzera a nome di Franco Maria Muller, è accusato di avere piazzato, allora sedicenne, la bomba nel cestino dei rifiuti nel cuore di Brescia insieme al conterraneo Roberto Zorzi, a sua volta militante di Ordine nuovo, cittadino americano che si è reinventato come allevatore di dobermann negli Usa (e l’allevamento risponde al nome de ‘Il Littorio’). “Tomaten”, come chiamavano gli amici camerati negli anni ‘70 Toffaloni, studente biondino che arrossiva sempre, stando alla Procura avrebbe dichiarato al collaboratore di giustizia Giampaolo Stimamiglio "Anche a Brescia gh’ero mi, sono sta mi".

Una perizia antropometrica su una foto in bianco e nero scattata subito dopo l’esplosione confermerebbe la sua presenza in piazza. L’avvocato Marco Gallina, che lo assiste, ieri ha provato nuovamente a sollevare l’eccezione dell’inutilizzabilità di alcuni atti, sollecitando anche l’opportunità di maggiori approfondimenti circa le condizioni sociali, ambientali e personali dell’ex minorenne (come da articolo 9 del Codice di procedura minorile) al fine di valutarne l’imputabilità. Eccezioni bocciate dal gup, che ha fissato il processo per il 30 maggio.

Beatrice Raspa