
di Paola Pioppi
Comprata a 43 euro al grammo all’ingrosso, rivenduta a 50 agli spacciatori, che a loro volta la tagliavano e la piazzavano sul mercato al dettaglio a 50 euro a dose, vale a dire mezzo grammo. All’interno del quale ormai, di cocaina pura, ne era rimasta ben poca. Ma il via vai di giovani clienti non cessava, attirati più dall’idea di acquistare stupefacenti che non di spendere soldi per un prodotto che fosse realmente quello che credevano di acquistare.
Così passaggio dopo passaggio, lucro su lucro, gli spacciatori che garantivano l’approvvigionamento di droga durante i Mercoledrink di piazza Garibaldi, si erano costruiti un giro d’affari invidiabile, fatto di molto guadagno e poca sostanza di pregio. Secondo i carabinieri del Nucleo Operativo di Cantù, che ieri mattina hanno arrestato sette persone, tra febbraio e ottobre dello scorso anno sarebbe stata piazzata cocaina e marijuana per un valore di almeno 110mila euro. Così, le serate della movida canturina, ancora una volta hanno confermato la loro capacità di generare un parallelo e concreto indotto commerciale. Il punto di riferimento viene considerato Luca Gallucci, 34 anni, residente a Fino Mornasco in una casa presidiata da telecamere di sicurezza.
Secondo le accuse - contenute nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Laura De Gregorio, e chiesta dal sostituto procuratore Simona De Salvo – cedeva quantitativi di cocaina e marijuana, ad altri sei arrestati: Gianluca Ferrisi, 28 anni di Cantù, Daniele Marangon, 35 anni di Como, Nicholas Vignali, 28 anni di Bregnano, Paolo Puorro, 26 anni di Cantù, finiti in carcere, oltre a Giovanni Bilello, 37 anni di Guanzate e Alessandro De Maestri, 37 anni di Cadorago, finiti ai domiciliari, in quanto compaio nelle indagini con un coinvolgimento più defilato. Sono tutti accusati di aver acquistato da Gallucci quantitativi di cocaina che variavano tra i 50 e gli 800 grammi, ma anche marijuana. A loro volta, vendevano al minuto soprattutto a Cantù, ma anche Guanzate, Cadorago e Como Rebbio, con modalità molto semplici: gli acquirenti si avvicinavano, davanti ai locali pubblici e mischiati nella folla, pagavano e ricevevano la dose. Senza nascondersi, senza fissare appuntamenti, telefonare e aspettare, solo grazie a un passaparola che gli aveva consentito di ritagliarsi un loro mercato fluido, in un contesto dove la richiesta è così alta e continua, da consentire la convivenza di diversi soggetti che garantiscono l’approvvigionamento.