
Nei guai un'operatrice turistica di Como
Como, 11 agosto 2025 – Uno dei conti più salati, per il viaggio mai organizzato, era stato di 22mila euro, incassati dalla referente di un gruppo di otto persone che sognavano di visitare il Sudafrica a maggio dello scorso anno. È solo la prima del lungo elenco di truffe, aggravate dall’ingente danno patrimoniale, che ora, a conclusione delle indagini, sono state contestate a Silvia Gorla, operatrice turistica di 58 anni di Como, referente dell’agenzia Chrystal Travel da lei gestita.
Tra il 2023 e lo scorso anno, avrebbe rovinato le vacanze e i conti correnti di almeno 62 persone, sempre con la stessa modalità: i clienti versavano acconti con bonifici bancari, convinti di prenotare camere di hotel, biglietti di viaggio, assicurazioni sanitarie o altri servizi compresi nel pacchetto turistico da loro scelto. Ma poi iniziava a comunicare che erano intervenuti imprevisti tali da far slittare o saltare il viaggio, interrompendo ogni ulteriore forma di comunicazione con il cliente.
Le indagini del sostituto procuratore di Como, Antonia Pavan, hanno riunito tutte le denunce giunte in Procura nei mesi scorsi, con le quali le parti offese indicano cifre variabili, ma una condotta sempre uguale da parte della donna. Un gruppo di sei persone ha denunciato di averle versato una quota di 2.500 euro a testa per un viaggio in Indonesia ad agosto dello scorso anno, mai prenotato dall’agenzia e annullato con la scusa di problemi ai terminali aerei, e mai rimborsato.
Stessa condotta tenuta con una coppia che ha versato 5.000 euro per un viaggio sempre in Indonesia, e con una donna che aveva versato 2.800 euro. A novembre scorso, una quarantina di persone aveva pagato circa 850 euro a testa per un viaggio di quattro giorni a Napoli, annullato a causa di un fantomatico pericolo sismico. Anche in questo caso, senza restituire un centesimo. Stesso destino a cui sono andati incontro altri dieci clienti, che le hanno bonificato e mai più rivisto oltre 30mila euro per un tour di due settimane a Zanzibar, annullato con la falsa scusa della mancata concessione di alcuni visti.