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Sfruttamento della prostituzione Estradato finisce ai domiciliari

Sfruttamento della prostituzione Estradato finisce ai domiciliari

In Italia lo aspettavano da un anno, quando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Como, dopo aver indagato a lungo anche su di lui, non avevano potuto arrestarlo. Perché Stefano Forcella, 29 anni di Fino Mornasco, era già stato arrestato in Svizzera per fatti simili a quelli che avrebbe commesso nel Comasco. Andando incontro a una condanna che lo ha trattenuto finora oltreconfine. Ma questa mattina avverrà la sua estradizione con la consegna all’Italia. Tuttavia, essendo passato ormai circa un anno dai fatti di cui è accusato, la sua misura cautelare è stata attenuata, e il gip di Como Carlo Cecchetti ha disposto per lui gli arresti domiciliari. Le indagini si erano concentrate su una ipotesi di sfruttamento della prostituzione che partiva dalla Svizzera e arrivava a Como, in cui una ventenne rumena sarebbe stata obbligata ad assumere stupefacenti per essere mantenuta sotto controllo. Arrivando così a identificare Forcella, assieme alla sua compagna Daniela Mihaela Penu, trentunenne rumena e a Vasile Dumitru Carausan, rumeno di 45 anni residente a Fino Mornasco, arrestato ad aprile dello scorso anno dai carabinieri, la cui posizione attualmente è stata stralciata ed è in attesa di processo. Forcella e la Penu – a sua volta stralciata dal procedimento principale – erano già stati arrestati in Ticino a inizio febbraio dell’anno scorso, accusati di spaccio di droga, agevolazione e sfruttamento della prostituzione della giovane rumena, che lavorava tra Svizzera e Italia, destreggiandosi tra le restrizioni del periodo del lockdown. Oltre confine lavorava nei locali e nei bar, dove entrava in contatto con la clientela, mentre qui la coppia le avrebbe procurato l’appartamento in cui ricevere i clienti, mantenendole i contatti, e chiedendo in cambio la metà degli incassi, mai inferiori ai 1500 euro la settimana. La ragazza, che qualche mese prima degli arresti aveva chiesto aiuto alla polizia elvetica denunciando la coppia, aveva inoltre dichiarato che veniva obbligata ad assumere cocaina, di cui Forcella e la Penu avrebbero avuto disponibilità, per crearle dipendenza e assoggettarla a loro. La sua testimonianza era stata acquisita dagli investigatori italiani, e utilizzata per far partire le indagini su condotte del tutto simili, commesse a Como.

Paola Pioppi