PAOLA PIOPPI
Cronaca

Como, prigioniera delle tradizioni in casa: il padre condannato a tre anni

La ragazza costretta a portare il velo e a non usare il cellulare

Una ragazza con il velo (foto di archivio)

Una ragazza con il velo (foto di archivio)

Turate (Como) – La musica era tra le tante attività che il padre, e la nuova compagna, ritenevano “non adeguate alle donne”, solo l’ultima di una lunga serie che comprendeva anche l’utilizzo dei social network, del telefono cellulare e di un abbigliamento uguale a quello delle sue coetanee. Limitazioni fortissime della libertà di una ragazzina minorenne, che ora hanno portato alla condanna a 3 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia, per un uomo di 49 anni di origine marocchina, e la compagna, 37 anni.

La convivenza con la ragazzina, diventata ora maggiorenne, si era trasformata per lei in una sorta di prigionia, che le rendeva quasi impossibile anche chiamare la madre in Marocco. La denuncia era stata presentata quattro anni fa dalla ragazza, che all’epoca aveva 16 anni, e da almeno cinque viveva in quelle condizioni, al punto da sfogarsi con una coppia conosciuta al parco. Persone la cui sensibilità, li aveva spinti a non ignorare il racconto disperato di quell’adolescente, per loro sconosciuta, e a chiamare il telefono azzurro.

La ragazza era stata presa subito in carico dai carabinieri e collocata in una comunità per minori, con la nomina di un curatore speciale che l’ha assistita fino al raggiungimento della maggiore età. Era inoltre stato aperto un fascicolo in Procura a Como: le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonia Pavan, avevano ricostruito come si svolgeva la vita della ragazzina. Costretta a occuparsi delle faccende domestiche, indossare il velo e abiti lunghi, con forti limitazioni alle frequentazioni anche a scuola: non poteva usare il cellulare, anche per motivi didattici, seguire le attività extrascolastiche e avere amici, soprattutto maschi. Condotte che avevano sempre più mortificato la ragazza, come testimoniato dalle tante amiche, ascoltate durante le indagini a conferma di quanto raccontato dalla vittima. Il padre e la compagna hanno deciso di andare a processo dibattimentale per negare le accuse, andando però incontro alla condanna letta ieri dal Tribunale Collegiale di Como.