l luogo dove sono stati trovati i resti dell'uomo
Como, 6 gennaio 2020 - Nessun documento in tasca, le suole delle scarpe rotte, consumate forse già prima di morire e di finire in quel bosco. Un paio di jeans e una giacca con un’etichetta riconoscibile, marca Royal Cup, dal colore ormai indefinibile, come il maglione. Pochi elementi finora emersi dallo scheletro trovato nel primo pomeriggio di sabato da una coppia di ragazzi che passeggiava nei boschi dell’Oasi del Bassone. Un passaggio fondamentale per arrivare alla sua identificazione sarà legato alla data della morte, o meglio il periodo, perché l’esame del medico legale, il cui incarico sarà dato nei prossimi giorni, quasi certamente arriverà a stabilire un arco temporale di massima e non una data precisa. Ma già capire se quell’uomo era lì da tre mesi o dall’inverno scorso sarà un grosso passo avanti per consentire alla Squadra mobile di circoscrivere il numero di segnalazioni di scomparsa tra cui procedere con le comparazioni.
Sempre ammesso che la sparizione di quest’uomo sia stata segnalata da qualcuno, e che non si tratti di una persona senza fissa dimora di cui nessuno ha notato la mancanza. Indossava un paio di scarponcini da trekking che si sono conservati quasi integri, a differenza del corpo e dei tessuti che indossava, che tuttavia erano malridotti, danneggiati in un modo evidente, non semplicemente consumati dalla permanenza all’aperto. Un altro dettaglio a cui si fa fatica a dare una spiegazione sono le mani: entrambe infilate in tasca. Come se fosse caduto a terra per un malore fulminante, o come se stesse dormendo al freddo, nel tentativo di ripararsi. Anche la giacca, di buona qualità, potrebbe essere un abito dismesso. Addosso non aveva documenti, ma gli investigatori della polizia scientifica si sono limitati a un’ispezione generica del corpo per non alterare ciò che dovrà essere esaminato dal medico legale.