ROBERTO CANALI
Cronaca

San Fermo, la crisi Canepa irrompe in Consiglio

I lavoratori: "Siamo arrabbiati e preoccupati"

Il Consiglio comunale di San Fermo

San Fermo della Battaglia (Como), 29 dicembre 2018 - «Siamo arrabbiati e preoccupati. Arrabbiati perché il debito che pesa sull’azienda è dovuto principalmente a una guerra all’interno della famiglia Canepa, perché in questi ultimi anni le esortazioni e gli avvisi lanciati per cambiare rotta sono stati disattesi. Preoccupati per il nostro futuro perché oggi la nostra azienda è in mano a un fondo e i fondi sono degli investitori e non degli imprenditori. Il fondo vede l’azienda solo come un mezzo per fare profitto: licenziare, chiudere, spostare la produzione non gli crea alcun problema». È toccato a Eros Tettamanti riassumere lo stato d’animo dei dipendenti di Canepa Spa, il 10 dicembre scorso colti di sorpresa dalla decisione del fondo Dea Capital che sei mesi fa ha acquisito il 67% delle azioni, di portare i libri in tribunale per un concordato in bianco. Giovedì sera una delegazione di lavoratori ha preso parte al Consiglio comunale di San Fermo, invitata dal sindaco Pierluigi Mascetti che al primo punto dell’ordine del giorno ha inserito proprio la crisi della Canepa, la più grande azienda presente in paese.

«Abbiamo ritenuto opportuno manifestare la nostra vicinanza e solidarietà ai dipendenti nel giorno di sciopero e ho chiesto l’intervento di tutte le forze politiche del territorio che hanno risposto al nostro appello – ha sottolineato il sindaco – Quando si parla di 730 persone che rischiano di perdere il posto si è di fronte a un’emergenza nazionale, per questo attraverso i nostri parlamentari abbiamo chiesto l’intervento del Mise». Il sindaco ha lanciato anche un appello ai concorrenti di Canepa che oggi stanno facendo affari approfittando delle difficoltà che sta attraversa l’azienda. «Purtroppo una parte di ordini è stata persa – ha proseguito Mascetti – ho chiesto che non ci fosse guerra per la spartizione di Canepa, questa azienda è un bene non solo per San Fermo, ma per tutta l’Italia e mi viene da dire per il mondo intero visto che i suoi clienti sono le griffe dell’alta moda. Canepa ha reso famosa la seta nel mondo, perderla vuol dire minare il distretto tessile di Como. Voglio rivolvere con forza un appello a tutti i concorrenti: far morire Canepa sarà un dramma per i dipendenti, per il distretto e alla fine anche per loro. Dalla proprietà ci aspettiamo un piano industriale che sia credibile, con sacrifici giusti e soprattutto rivolti a far sopravvivere l’azienda. Occorre garantire sopravvivenza attraverso gli ammortizzatori sociali che non possono ridursi a sei mesi di Cassa integrazione, questa è una situazione straordinaria e servono provvedimenti straordinari».