PAOLA PIOPPI
Cronaca

Presa la banda degli assalti a rapine e farmacie

I “colpi” in estate ai danni di una farmacia, di un supermercato e di un automobilista. Tra i fermati anche una donna

carabinieri

Limido Comasco, 13 novembre 2020 - La rapina alla farmacia di Cirimido il 7 luglio e quella di Limido Comasco il 23 luglio, seguita da quella al supermercato In’S di Cadorago il 26 luglio, e un’estorsione avvenuta il 17 ottobre, quando un uomo era stato aggredito, colpito e obbligato ad andare fino al primo sportello bancomat per prelevare contanti e consegnarli. Episodi per i quali sono ora finiti in carcere Kim Foini, 39 anni e Fabio Manzella, 31 anni, entrambi di Appiano Gentile, e già detenuto per altri reati, e Fatjon Ndreu, 31 anni, albanese residente a Como. E’ invece finita agli arresti domiciliari Giada Manno, 31 anni di Lurate Caccivio. Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip di Como, Massimo Mercaldo, sono state eseguite al termine delle indagini condotte dai carabinieri di Lomazzo e Appiano Gentile. Foini, Ndreu e Manzella sono accusati del colpo realizzato alla farmacia Defilippi di Cadorago quando, impugnando una pistola e con il volto coperto, avevano costretto il titolare a consegnare 320 euro dell’incasso.

I soli Ndreu e Manzella, avrebbero inoltre rapinato la farmacia San Luca di Limido Comasco il 23 luglio, bottino 1100 euro sottratti da Ndreu, entrato con il volto coperto da una mascherina e una pistola, mentre il complice aspettava in auto. Gli viene inoltre contestato il colpo commesso al supermercato In’S di Cadorago il 26 luglio scorso: sempre impugnando una pistola e con il volto coperto, i rapinatori avevano minacciato il cassiere, fuggendo con 1240 euro. Ndreu e la Manno, sono invece accusati dell’estorsione commessa la notte del 17 ottobre ad Appiano Gentile, dove era stato simulato un incidente: il conducente era stato bloccato e colpito con una sberla, poi accusato di aver quasi investito un pedone, chiedendo il risarcimento. L’uomo, che non aveva con sé denaro contante, era stato accompagnato al primo bancomat sull’auto guidata dai due indagati, a cui aveva poi consegnato 500 euro. Le indagini, dopo aver ascoltato una serie di testimonianze che hanno fornito descrizioni compatibili, sono state svolte anche utilizzando le immagini delle telecamere di sicurezza, che hanno ripreso dettagli utili all’identificazione: per esempio un braccialetto indossato da Manzella durante la rapina di Cadorago, o un’auto rossa uguale a quella di proprietà della sorella di Ndreu.