Il Lario scivola sull’olio: ai minimi storici la produzione del 2017

La causa? Una stagione troppo secca. Un disastro secondo la Coldiretti che penalizza i produttori e i frantoi

Produzione olio

Produzione olio

Como, 1 ottobre 2017 - Il 2017 verrà ricordato come l’anno nero dell’olio lariano, con la produzione in calo del 60% per colpa del caldo torrido che questa estate ha colpito le coltivazioni di entrambi i rami del lago. Un disastro per i produttori e i frantoi che negli ultimi anni avevano visto aumentare la resa dell’olio Dop prodotto sul lago, particolarmente gradito in mercati poco avvezzi al consumo dell’olio come quello tedesco, dove l’olio «Made in Como» era particolarmente gradito per la minore sapidità.

«Un disastro senza precedenti - spiega Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como-Lecco - Il meteo è stato inclemente con i nostri olivicoltori, incidendo pesantemente in negativo su un’annata già non brillante per le nostre piante. Dopo due stagioni di carico quest’anno era prevista un’annata di scarico, e quindi con una fisiologica minor produzione, ma quella che si è verificata è una situazione che va ben oltre le peggiori aspettative». A incidere sulla produzione è stato il clima troppo secco, che infatti ha costretto gli olivicoltori ad anticipare di una ventina di giorni la raccolta.

«Raccolgo olive da quarant’anni e non ho mai visto una situazione del genere — spiega il sessantenne Gianmaria Agnelli, produttore a Bellagio dell’Olio Dop Laghi Lombardi Lario —. Nell’ettaro che coltivo a ulivi ho pochissimo frutto sulle piante, tanto che l’olio che produrrò probabilmente sarà appena sufficiente al mio consumo personale e per la produzione di pochissime altre bottiglie. Dopo due annate ottime, ci troviamo ad affrontare una vera e propria mazzata: basti pensare che farò circa il 70% di olio in meno, quest’anno».

La colpa è del clima anomalo che ha colpito gli uliveti lariani in fase di fioritura. Infatti, la prima decade di giugno ha registrato nella provincia di Como una temperatura massima di 2,8 gradi in più rispetto alla media climatica e una temperatura minima maggiore di 2,3 gradi. Queste temperature superiori alla norma hanno influito sulla fase di fioritura degli ulivi, provocandone un’impollinazione anomala. Inoltre l’eccessivo caldo estivo ha contribuito a seccare le olive direttamente sulle piante.

«Oltre al caldo le piante hanno sofferto anche le gelate di inizio primavera, che hanno concorso alla mancata produzione di quest’anno — spiega Guido Dolcini, 70 anni, produttore di Oliveto Lario — Personalmente prevedo un 90% di olive in meno, rispetto all’anno scorso, visto che la qualità Leccino non ha praticamente fiorito e la Frantoio, per il caldo estivo, ha seccato».