Aveva chiesto scusa, sostenendo di avere perso la testa "per paura", dopo aver sentito i ragazzi minacciare di dare fuoco alla sua abitazione. Non è bastato ad Alberto Poli, ex insegnante di un istituto professionale della provincia, a evitare la condanna a un anno. Il 59enne docente era finito a processo per lesioni aggravate (dalla minore età delle vittime e dall’utilizzo di un’arma) nei confronti di due studenti all’epoca quattordicenni. Era la sera del 14 febbraio 2021, Carnevale. I giovani, allievi della scuola in cui insegnava il prof, si misero a lanciare petardi in strada. Una bravata. Alcuni finirono nel giardino del palazzo in cui vive l’insegnante con la famiglia, a Gavardo. Avvistati gli autori dello scherzo, Poli andò su tutte le furie. Per l’accusa - la procura aveva chiesto un anno e mezzo - uscì armato di mazza da baseball e si scagliò all’inseguimento degli studenti. Li cercò anche in auto e infine li stanò in una falegnameria abbandonata dove si erano rifugiati. Dopo averli braccati li prese a mazzate. "Basta, basta prof" lo avrebbero implorato loro. E lui: "Basta niente, vi devo ammazzare e vi lascio come cani", la sua risposta agli atti. Uno studente riportò ferite guaribili in tre settimane. L’amico, uno squarcio in testa, lesioni a mani, polso e spalle, sindrome post traumatica e prognosi di 40 giorni.
Dal canto suo, l’imputato si è detto "dispiaciuto" per avere reagito in modo "spropositato" ma ha precisato di non essere uscito armato e di avere afferrato un pezzo di legno trovato sul posto che poi ha utilizzato "per difendersi". Il difensore, Luca Broli, aveva chiesto per il docente - poi licenziato - la messa alla prova, ma il giudice Giovanni Pagliuca non ha accolto l’istanza.
Poli ha tentato di risarcire gi studenti, ma solo uno, che ha ritirato la costituzione di parte civile, ha accettato. Soddisfatta la famiglia del ragazzino, destinataria di una provvisionale di 9mila euro, rappresentata dagli avvocati Marino Colosio e Francesca Scagliola. "Questa sentenza ci dà dignità, è stata fatta giustizia - ha detto la madre -. Mio figlio per quel pestaggio ha avuto postumi che lo hanno obbligato a rinunciare a giocare a calcio".
Beatrice Raspa