Piattaforma logistica del “fake” Decolla la Lombardia dei falsi

Rispetto al 2020, i sequestri di articoli di abbigliamento (+81,1%) e accessori di abbigliamento (+80,7%) sono aumentati in media dell’80,9%: la regione è diventata il centro di smistamento delle griffes tarocche

di Roberto Canali

La Lombardia non si accontenta più di essere la regione della moda, adesso vuole primeggiare anche nel mercato del falso. Nel corso del 2021 ha guidato la classifica dei sequestri di prodotti contraffatti, con 1.277 operazioni compiute soprattutto da Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane, pari al 16,1% del totale di tutto il Paese. Non una sorpresa per le forze dell’ordine che da tempo hanno individuato Milano come il crocevia del fake in Italia, ma anche il resto del territorio non è da meno considerando che tra le prime dieci province per numero di sequestri tre sono lombarde: Milano al 3° posto (569 operazioni di Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane pari al 7,2% dei controlli effettuati in tutta Italia), Bergamo 7° (380 operazioni, 4,8%) e Varese 10° (224 operazioni, 2,8%). Naturalmente il ruolo degli hub di Orio Alserio e Malpensa non è casuale, molta della merce contraffatta infatti viene sequestrata proprio nel corso delle operazioni di controllo dei cargo, poi ci sono le dogane con la vicina Svizzera dove spesso la merce che atterra in Italia finisce per transitare diretta ai mercati del Nord Europa. Un mercato fiorente quello del falso che sfrutta il successo nel mondo del Made in Italy, in particolare nel settore della moda che quest’anno dovrebbe chiudere con un fatturato di quasi 92 miliardi di euro, gran parte dei quali generati attraverso l’export. Se nel 2020 e nel 2021 il grande business era quello delle mascherine e degli articoli di protezione dal Covid quest’anno si è tornati all’antico come dimostra il boom di sequestri di capi di abbigliamento, ben 4.623 in tutta Italia pari a oltre 3 milioni di articoli contraffatti ai quali si aggiungono i 3.325 sequestri di accessori di abbigliamento attraverso cui sono stati confiscati oltre 1 milione e 100 mila articoli. Rispetto al 2020, i sequestri di articoli di abbigliamento (+81,1%) e di accessori di abbigliamento (+80,7%) sono aumentati dell’80,9%, a fronte di una crescita del 63% del totale sequestri. Ancora più apprezzabile è stato l’incremento dei pezzi sequestrati (+117,3%), a cui corrisponde un volume di merci quasi raddoppiato (+97,2%) nel caso degli articoli di abbigliamento e triplicato in quello degli accessori (+207,8%). Nel lungo periodo i sequestri sono rimasti sostanzialmente stabili (-1,6% tra il 2011 e il 2021), mentre il volume dei pezzi sequestrati è diminuito del 71,4%. È questo l’effetto combinato della parcellizzazione dei carichi per sfuggire ai controlli e dell’utilizzo dei canali on line. Nel caso dell’abbigliamento ricorrono soprattutto abbigliamento sportivo e casual come t-shirt, polo, indumenti intimi, marchi e pezzi di tessuto che sono diretti ai laboratori, presenti sul territorio, in cui i marchi tarocchi vengono applicati su prodotti neutri per trasformali in griffe.