Paratie, tutti assolti o con reati prescritti

In primo grado gli otto imputati erano stati condannati per 5 dei ventitré capi d’accusa

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L’intero processo per le paratie del lungolago di Como si è sgretolato nella sentenza di Appello letta ieri sette anni dopo l’inizio dell’indagine. I giudici della quarta sezione di Milano, hanno dichiarato l’assoluzione "perché il fatto non sussiste", o la prescrizione per praticamente tutte le imputazioni a carico degli otto imputati. Assolto dalle accuse di falso, e prescrizione per la turbativa d’asta per l’ex sindaco di Como Mario Lucini, in carica fino al 2017, difeso dall’avvocato Andrea Panzeri, che in primo grado era stato condannato a un anno e 6 mesi per una sola parte delle contestazioni che lo avevano portato a processo, e già assolto per altre. In tutto, la sentenza comasca del 2019 era arrivata a emettere condanne per cinque capi di imputazione rispetto ai 23 totali, ritenendo però sussistenti le accuse principali, e in particolare la turbativa d’asta – scaturita da una segnalazione di Anac - inerente le spacchettamento degli incarichi per la terza variante di progetto, che aveva evitato di procedere con la gara d’appalto, con l’obiettivo di ridurre i tempi di assegnazione.

Nel processo, che si era aperto a novembre 2017, erano inoltre confluiti procedimenti diversi, tra cui incarichi per manutenzioni stradali di Como. È stata assolta Antonietta Marciano difesa dall’avvocato Davide Steccanella, ex capo ufficio legale del Comune di Como, in primo grado condannata per falso e assolta dalla turbativa. Prescrizione per l’ex sindaco fino al 2012 Stefano Bruni, difesa avvocato Giuseppe Sassi, assoluzione e prescrizione per Antonio Ferro, all’epoca dirigente del settore "Opere pubbliche e manutenzione edilizia comunale", difeso da Giuseppe Sassi e Walter Gatti. Assoluzione per Pietro Gilardoni, ex direttore dei lavori delle paratie, condannato solo a 6 mesi con pena sospesa per un appalto fognario in concorso con l’imprenditore Giovanni Foti.

Paola Pioppi