
Gilardoni e Ferro discutono sul cantiere delle paratie con i commissari di Anac
Como, 4 agosto 2016 - Da ieri pomeriggio Pietro Gilardoni è agli arresti domiciliari. Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso presentato dai suoi legali – Edoardo Pacia e Luisa Scarrone – che hanno appellato il rigetto della stessa richiesta proposto al gip di Como a fine luglio.
Arrestato il 1° giugno scorso e finito in carcere al Bassone, il dirigente del settore Reti Tecnologiche e Strade del Comune di Como, è quindi andato incontro a una attenuazione della custodia cautelare. La misura rimane in vigore, ma da ieri pomeriggio eseguita agli arresti domiciliari. La conclusione della indagini da parte del sostituto procuratore di Como Pasquale Addesso, e la fissazione del giudizio immediato per il 24 novembre, hanno scatenato una serie di richieste di attenuazione o di revoca delle misure cautelari ancora in essere, anche se al Bassone era rimasto solo Gilardoni, accusato di turbativa d’asta sulla terza variante delle paratie, turbativa d’asta e corruzione su ulteriori pratiche facenti capo al settore da lui diretto. Roberto Ferrario, architetto accusato di corruzione in concorso con Gilardoni, ha risarcito 7000 euro al Comune di Como, e trovato l’accordo per un patteggiamento a due anni di carcere, e gli sono stati revocati gli arresti domiciliari. E’ tornato in libertà anche Giovanni Foti, accusato di turbativa d’asta in concorso con Gilardoni.