Ora c’è il rischio di incendi Un piccolo esercito in campo a difesa dei boschi lombardi

Senza precipitazioni è troppo alto il pericolo che si scatenino dei roghi imponenti . Dispiegate 364 pattuglie dei carabinieri forestali in aggiunta alle oltre 500 già al lavoro

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di Roberto Canali

Sono giorni caldi, anzi roventi per i boschi della Lombardia che mai come in questo periodo dell’anno rischiano di essere distrutti dagli incendi. Non piove da settimane e la Protezione civile ha diramato un’allerta per l’abbassamento dell’umidità dell’aria sull’Appennino Pavese, Pedemontana occidentale, Lario, Alto Brembo e Alto Serio-Scalve, in pratica le condizioni ideali per lo sviluppo e la propagazione di incendi boschivi con intensità del fuoco bassa e propagazione lenta. Non è una novità per la Lombardia dove da sempre febbraio è uno dei mesi peggiori dal punto di vista del rischio incendi. Da questo punto di vista il 2022 è stato un anno particolarmente intenso sia per quantità dei singoli episodi che per la durata degli stessi. L’anno scorso si sono registrati 470 eventi tra l’1 gennaio e il 3 dicembre e sono andati perduti circa 1.700 ettari di superficie boschiva. A fronte della recrudescenza degli incendi sono state dispiegate 364 pattuglie automontate in servizio dedicato in aggiunta alle oltre 500 in servizio ordinario. Quasi un terzo dell’attività dei carabinieri forestali, 415 indagini solo lo scorso anno, ha riguardato proprio questo tipo di fenomeno che molto spesso è doloso, legato o ad atti vandalici o alla tradizione sbagliata e del tutto ingiustificata di bruciare i pascoli secchi pensando di migliorare la qualità dell’erba che crescere successivamente. In realtà accade esattamente l’opposto, anzi residui della combustione rimasti nel terreno danneggiano la salute degli animali da pascolo e la qualità del loro latte.

Per non parlare del costo sociale, nell’ordine di alcuni milioni di euro, che ogni anno vengono spesi per spegnere i roghi.