PAOLA PIOPPI
Cronaca

Como, Operatori di Vicinanza: un aiuto per senza fissa dimora

La rete riunisce volontari, operatori di Vicini di Strada e professionisti che forniranno alle persone emarginate, soprattutto stranieri, supporto per uscire dall’isolamento sociale

Il progetto è sostenuto da Regione Lombardia

Il progetto è sostenuto da Regione Lombardia

Como, 26 luglio 2023 - Un progetto sperimentale, che si fonda sulla valorizzazione delle relazioni e cerca di rispondere all’esigenza di affiancare e accompagnare in modo mirato e integrato le persone senza dimora che vivono situazioni complesse o sfuggenti, per immaginare azioni concrete di fuoriuscita dalla marginalità. Si chiama “OdV - Operatori di Vicinanza”, ed è dedicato, in particolare, alle persone che faticano ad accedere ai servizi a loro dedicati, a causa delle tante richieste ed esigenze, o dai numeri elevati di casi in carico ai servizi di assistenza.

Concretamente il percorso ha visto la creazione di una “Unità di Prossimità” composta da un educatore, un’assistente sociale e una coordinatrice, che dopo aver agganciato singolarmente le persone senza dimora, attivano azioni di accompagnamento, orientamento e supporto mirato. A loro si aggiungono i volontari, grazie a una formazione mirata, per mantenere il legame di vicinanza e di fiducia, affiancarli nelle difficoltà quotidiane, riuscire a essere uno stimolo e riferimento, rompendo lo stato di solitudine e di isolamento sociale nel quale si trovano. Inoltre viene garantito un supporto psicologico o psichiatrico iniziale, per un primo inquadramento diagnostico e per l’accesso alle cure, l’attivazione della mediazione linguistico-culturale per le persone straniere, il supporto legale per le problematiche di tipo giuridico e quello di educatori in appoggio alle situazioni di particolare fragilità. Il progetto è realizzato grazie ad Asci don Guanella, Associazione Incroci, Associazione Lachesi, Associazione Piccola Casa Federico Ozanam, Fondazione Somaschi e Osservatorio Giuridico Per i Diritti dei Migranti, riuniti in una progettualità che ha ottenuto il finanziamento di Regione Lombardia. “La condizione di persona senza dimora – spiegano gli operatori - richiama una pluralità di manifestazioni di grave esclusione sociale, a volte croniche, connesse a sofferenze profonde derivanti da storie di vita complicate, dalla scarsità di risorse e competenze, dalla difficoltà nell’esercitare i propri diritti e doveri o di accedere alle opportunità”.

“Grande è la fatica di orientarsi e a entrare in relazione con i servizi del territorio, ancora più accentuata nelle persone straniere a causa delle difficoltà linguistiche e delle differenze culturali. I bisogni di chi vive in condizioni di grave marginalità non si esauriscono in un pasto caldo e in un posto letto: ci sono dimensioni ulteriori, che toccano alla radice la dignità della persona. Il disagio si caratterizza infatti anche dalla mancanza di relazioni significative familiari e amicali, dove le situazioni agite o subite, gli eventi traumatici e la vita sulla strada sfociano in una condizione di fragilità psicologica, quando non in un vero e proprio disagio psichico”.