Notti di violenza Cinque anni e 4 mesi per il pestaggio fuori dalla discoteca

Brescia, lite per un incidente stradale. Cade l’accusa di tentato omicidio

Notti di violenza  Cinque anni e 4 mesi  per il pestaggio  fuori dalla discoteca

Notti di violenza Cinque anni e 4 mesi per il pestaggio fuori dalla discoteca

di Beatrice Raspa

Cinque anni e quattro mesi di reclusione e il pagamento di 250mila euro di provvisionale. Questa la condanna inflitta ieri dal gup Angela Corvi a Giancarlo Gramendola, 23enne di Calusco D’Adda (Bergamo), a processo in abbreviato per il violento pestaggio scatenato nell’autunno di due anni fa ai danni di Carlo Ferrandi, 34 anni, di Brembate (Bergamo), all’uscita della discoteca Number One di Cortefranca, per una lite stradale. Per via di quella nottata di sangue Ferrandi ha riportato lesioni cerebrali permanenti e un’invalidità irreversibile. Ha perso la mobilità di un piede e non può più usare una mano.

Stando a una perizia si è salvato solo grazie a un tempestivo intervento dei soccorritori. Era l’alba dell’8 novembre 2021. Trascorso il sabato sera a ballare con la fidanzata, si era rimesso in auto con lei. La macchina della coppia era sulla via del ritorno, ma a un certo punto, sulla Provinciale, poco dopo la partenza, provocò un banale tamponamento. Anziché spostarla, Ferrandi l’avrebbe mollata un attimo in mezzo alla strada per espletare un bisogno fisiologico. La manovra provocò l’ira dell’imputato, che nonostante non fosse stato direttamente coinvolto nell’incidente, secondo l’accusa scatenò un pestaggio, scaraventandolo a terra e continuando a colpirlo. Poi si allontanò. Fu arrestato dalla Mobile per tentato omicidio.

Ieri il pm ha chiesto una condanna a dieci anni. Ma l’avvocato torinese Giuseppe Consentino, che assiste l’imputato, ha chiesto la riqualificazione in lesioni gravi, l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi e l’attenuante della provocazione. Stando alla versione difensiva, infatti, la reazione di Gramendola fu il frutto di una minaccia. "Ad attestarlo c’è un video realizzato con un cellulare, in cui si vede chiaramente Ferrandi mimare con la mano il gesto della pistola – ha evidenziato il legale – Il mio assistito inoltre non voleva uccidere. Non solo. La perizia disposta dal giudice ha cristallizzato che le lesioni riportate potrebbero essere state provocate in parte dalla caduta a terra durante la colluttazione, e non solo dalle botte". Risultato: il gup ha riquaificato il tentato omicidio in lesioni gravi, e ha disposto il pagamento di una provvisionale da 250mila euro.