Morto nel bagno del treno, l’esito dell’autopsia: "Non fu un’overdose"

Giovane stroncato da un problema cardiaco

A dare la svolta alle indagini l’esito dell’autopsia

A dare la svolta alle indagini l’esito dell’autopsia

Como, 16 luglio 2018 - Beb Hamida Bilal era stato trovato morto la mattina del 4 marzo scorso, all’interno del bagno di un treno fermo alla stazione Cadorna di Milano. Per dare una prima spiegazione alla sua morte, avvenuta a soli 20 anni, si era parlato di possibile overdose. Ma ora, l’esito dell’autopsia disposta dalla Procura di Milano, rivela che il giovane comasco aveva un problema cardiaco mai diagnosticato, che quella notte gli ha provocato un’insufficienza cardiocircolatoria. La notizia della sua morte era stata divulgata ovunque, a causa dello sconcerto che aveva generato il ritrovamento di quel giovane, senza vita da ore, all’interno di un bagno del treno partito da Como la sera prima, dal quale sarebbe dovuto scendere dopo una fermata, a Camerlata, dove viveva con i genitori in un’abitazione di via san Bernardino da Siena. Così aveva detto agli amici, allontanandosi. Ma prima di scendere, il ventenne è entrato in bagno, dove il malore lo ha stroncato.

E’ stato trovato solo la mattina successiva dal personale di Trenord, dopo che i familiari lo cercavano da ore, letteralmente scomparso. Non c’erano segni evidenti di cosa potesse essere accaduto, ma la giovane età e le circostanze in cui era stato trovato, avevano lasciato spazio all’ipotesi che ha ucciderlo potesse essere stata una dose di droga. Il medico legale ha svolto ogni genere di esame tossicologico, senza trovare la minima traccia: tutti gli esiti sono risultati negativi. Ha però trovato qualcosa di cui nessuno si era mai accorto: un problema cardiocircolatorio apparentemente asintomatico, che non gli aveva mai creato problemi di salute. Fino a quella sera.

La grave e improvvisa insufficienza cardiocircolatoria, ha generato l’edema polmonare qualificato come causa della morte. Il decesso del giovane, figlio unico della coppia che vive in Italia da tantissimi anni, era stato di per sé un dolore non descrivibile, a cui si era aggiunto il sospetto che a causarla potesse essere stata una dose di stupefacente. Ma ora i genitori, assistiti dall’avvocato comasco Daniela Danieli, davanti all’esito dell’autopsia si sono potuti dare pace, almeno per quanto riguarda questo aspetto. La Procura di Milano aveva disposto l’esame autoptico per completezza, ma anche perché, al di là di quella generica ipotesi iniziale, nessun segno riscontrato nell’immediatezza sul ragazzo, stava a indicare che all’interno di quel bagno ci fosse andato per consumare stupefacenti.