Ristoratore arrestato: dichiarato il fallimento della società di Giovanni Maspero

L’imprenditore comasco è ai domiciliari da tre settimane per una serie di reati tributari, bancarotta e un debito col Fisco di 100 milioni

Giovanni Maspero, 58 anni

Giovanni Maspero, 58 anni

Como - Il Tribunale di Como ha dichiarato il fallimento della Giovanni Maspero&C, la società riconducibile all’imprenditore comasco Giovanni Maspero, 58 anni, finito ai domiciliari tre settimane fa per una serie di reati fiscali che coinvolgono le sue società. I giudici, alla luce di un debito erariale di circa 100 milioni, hanno dichiarato il crac della società che a sua volta ha incorporato la Prima Comunicazione, la Prima Ricerca & Sviluppo, e Theoria, la società cui fa capo il ristorante I Tigli in Theoria, ristorante con Stella Michelin in un prestigioso palazzo quattrocentesco alle spalle di piazza Cavour. Complessivamente, si parla di 208 dipendenti impiegati nelle diverse società.

Il 27 aprile Maspero aveva ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare – chiesta dal sostituto procuratore Antonia Pavan ed emessa dal gip Andrea Giudici – che lo ha condotto ai domiciliari, tutt’ora in vigore, per una serie di reati tributari e bancarotta derivanti soprattutto da inadempienze tributarie e previdenziali connesse alle sue molteplici attività. Le indagini penali, condotte dal Nucleo economico finanziario della Gdf di Como, erano partite dalla richiesta di fallimento della Prima Comunicazione con sede a Olgiate Comasco, di cui Maspero era amministratore unico, esposta con l’Erario per oltre 20 milioni: un patrimonio da cui sarebbero stati distratti oltre 17 milioni, dirottati verso 10 società riconducibili a Maspero stesso.

A questo, nell’ordinanza di custodia cautelare, si aggiunge l’accusa di aver causato lo stato di insolvenza della Prima Comunicazione omettendo di pagare 23 milioni destinati all’Erario, occultando le reali perdite aziendali e inserendo a bilancio crediti in parte inesistenti. Infine gli viene contestato di aver sottratto 13 milioni dal pagamento di imposte, facendone uso personale o direzionandoli verso le sue società. Il Tribunale fallimentare, nel prendere la propria decisione, è partito dalla valutazione di uno stato di insolvenza con l’Erario di 100 milioni.