DANIELE DE SALVO
Cronaca

Mafia sempre più radicata. Una lotta senza tregua

Dodici le interdittive emanate dal prefetto di Lecco nel corso del 2023. Colpiti professionisti che prestano nome o società a malavitosi.

Lecco terra di lago, di monti e di mafia. Lo aveva già raccontato uno dei suoi figli più illustri, Alessandro Manzoni, che nei suoi Promessi sposi parla di don Rodrigo, dell’Innominato, dei bravi Sfregiato, Grignapoco, Tiradritto, antesignani di mammasantissima, boss e picciotti.

Sono trascorsi due secoli da quando Manzoni ha scritto il suo capolavoro, quattro dai tempi di Renzo e Lucia, ma su "quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno", nulla è cambiato. Lo stabiliscono a più riprese investigatori, inquirenti e giudici con le loro inchieste e le loro sentenze.

Lo confermano i prefetti, con le interdittive antimafia emanate nei confronti di professionisti, imprenditori, commerciali che prestano il proprio nome e società a padrini e sgarristi locali e non.

Solamente nel 2023 il prefetto Sergio Pomponio ne ha firmate 12: una nei confronti dei soliti parenti del solito Franco Coco Trovato - il capo dei capi della ‘ndrangheta lecchese che all’età di 76 anni, quasi metà dei quali trascorsi in galera al 41 bis, sta scontando il fine pena mai - che con il solito giochetto delle tre carte si ostinano invano a riaprire la pizzeria di famiglia a Galbiate; un’altra verso il 73enne Daniele Bizzozero, ex patron dei blucelesti, e poi rottamai, artigiani, concessionari di auto, conducenti a noleggio....

"Le operazioni condotte negli ultimi anni hanno evidenziato, tra i fenomeni criminali più rilevanti, quelli attinenti all’esercizio di attività illecite di tipo economico e finanziario, poste in essere da esponenti della criminalità organizzata che avviano sul territorio lecchese attività imprenditoriali a volte reali, altre volte fittizie, potendo contare su un imponente flusso di liquidità, che viene facilmente immesso nel circuito dell’economia reale", confermano dalla prefettura.

Non si tratta più di infiltrazioni ma di colonizzazione, anzi radicamento. Le verifiche in passato sono arrivate pure fino al cuore di Silea, la municipalizzata della spazzatura. Eppure, pochi in provincia ne parlano.