PAOLA PIOPPI
Cronaca

Il capo della Dda di Milano: "Il Comasco sempre nel mirino della mafia"

Alessandra Dolci, ospite dei Lions di Erba: è il territorio di maggiore interesse investigativo lombardo

Il magistrato Alessandra Dolci alla guida della Dda di Milano con il presidente Lions

Erba, 5 dicembre 2019 - «Il Comasco è in questo momento il territorio di maggiore interesse investigativo per la Dda». Con questa affermazione, il capo della Divisione Distrettuale Antimafia di Milano, Alessandra Dolci, ha aperto la serata organizzata martedì dai Lions di Erba, su invito del presidente Claudio Ghislanzoni. Davanti ai rappresentanti delle istituzioni locali – prefetto, questore, comandanti dei carabinieri e della Guardia di finanza di Erba, oltre ad alcuni sindaci – e un centinaio di invitati, ha ribadito che il territorio comasco non smette di essere zona di richiamo e di radicamento degli affiliati calabresi, nonostante oltre dieci anni di indagini finalizzate a sradicare le Locali e la presenza delle famiglie legate alla criminalità.

«I reati spia sono cambiati – ha detto – rispetto al periodo delle estorsioni, dei proiettili esplosi contro le vetrine o degli incendi dolosi. Avevamo contato 450 episodi in tre anni: ora i numeri sono molto calati, ma il nostro allarme è cresciuto, perché sono cambiate le modalità». L’attenzione degli inquirenti che si occupano di queste dinamiche è quindi molto forte, anche se qui la comunità ha sempre risposto con grande interesse a questi temi: «Ogni volta che vengo invitata a parlare – ha detto il dirigente della Dda – mi trovo davanti a platee affollate, mentre in altri posti è capitato che non si presentasse nessuno. Avere alle spalle la collettività, poter fare riferimento alle associazioni di categoria o alle istituzioni è molto importante per chi è vittima di questi reati. Per questo ritengo molto grave che il Comune di Cantù non si sia costituito parte civile nel processo contro Giuseppe Morabito e gli altri imputati per i fatti di piazza Garibaldi: viene a mancare il sostegno della comunità a chi deve testimoniare, con fatica, all’interno di un’aula di giustizia, magari guardando in faccia chi gli ha causato i danni».

In questo territorio la famiglia Muscatello, da sempre punto di riferimento, ha fatto un passo indietro, come ha dimostrato il silenzio dopo la gambizzazione di Ludovico Muscatello: «I Morabito di Africo – ha detto Alessandra Dolci – sono una famiglia che non lascia margine di discussione, non c’era dubbio su chi doveva comandare a Cantù. Ancora oggi la Lombardia dipende dalle decisioni che vengono prese in Calabria, anche attraverso i suoi rappresentanti mandati al nord per far capitale sociale: legami con imprenditori, professionisti e politici, gente della società civile che accetta di entrare in affari per ottenere apparenti vantaggi personali e protezioni. È un sistema tutto maschile, in cui le donne detengono però l’onore, e impongono con cattiveria le vendette».