Milano, 7 dicembre 2024 – I grandi carnivori, ovvero orsi e lupi, stanno ricolonizzando le loro aree storiche in seguito a diverse trasformazioni sia ambientali che socioeconomiche. La coesistenza tra questi animali e l’uomo non solo è auspicabile, ma anzi è possibile anche in un territorio complesso come quello alpino. Per questo è nato “ Life Wolfalps“, un progetto europeo che si occupa di creare buone pratiche per la coesistenza fra attività umane e popolazione alpina del lupo costruendo e realizzando soluzioni condivise elaborate da un team internazionale composto da 20 partner in Italia, Francia, Austria e Slovenia e più di 119 supporter. Siccome i grandi carnivori non conoscono confini è necessaria una gestione che superi i limiti dei singoli Stati. Solo nel comprensorio alpino sono oltre 1.500 le persone formate tra guardiaparco, carabinieri forestali, polizie provinciali, tecnici, veterinari biologi che intervengono tempestivamente per aiutare e supportare gli allevatori. Le squadre di intervento agiscono sia a scopo di prevenire le predazioni da lupo sia in seguito a predazione su animali da reddito e domestici.
La prevenzione assente
Da gennaio 2020 ad agosto 2024 sono stati 744 gli allevatori assistiti nel territorio alpino, 150 dei quali in Lombardia, 371 hanno ricevuto materiale di prevenzione in comodo di uso gratuito. Per quanto riguarda le aggressioni agli animali da allevamento nel corso del 2024 in Lombardia da parte dei lupi, nel 74% dei casi non era stata adottata nessuna misura di prevenzione. Le statistiche dimostrano che in assenza di misure di prevenzione all’atto dell’evento predatorio il numero di capi morti e feriti è nettamente superiore. Dal 2009 è attiva la polizza assicurativa per rimborsare i danni da fauna selvatica e da predazione, con risarcimenti riservati sia ad aziende agricole sia agli allevatori amatoriali. I rimborsi sono previsti anche in caso non vengano adottate misure di prevenzione. Il singolo danno viene indennizzato fino al limite di 8.500 euro per sinistro, elevato a 10.500 euro per le strutture dedicate all’apicoltura. Il danneggiato deve trasmettere domanda di indennizzo entro 30 giorni dall’evento, allegando obbligatoriamente il verbale delle autorità competente.
Il confronto
Non mancano le criticità: ad esempio non sono previsti indennizzi per gli animali dispersi o non più produttivi a seguito di eventi di predazione, il sistema non tiene conto dei costi legati all’allevamento di razze particolari e poi c’è da mettere in conto la difficoltà a ottenere la certicazione veterinaria e i tempi di erogazione sono abbastanza lunghi, intorno ai sei mesi. Dal confronto tra esperti e agricoltori è emersa la difficoltà nell’utilizzo dei recinti elettrificati che richiedono pratica, anche per questo molti preferiscono il pascolo non custodito. La presenza del lupo, unitamente alla difficoltà di utilizzo delle misure di prevenzione, porta diversi allevatori a rinunciare agli animali. Un rimedio efficace è rappresentato dai cani che però spesso spaventano i turisti.