Merone, chiuso per la terza volta il ristorante-discoteca

Dopo la mezzanotte il locale si trasformava in una sala da ballo, ma senza alcuna autorizzazione. Il Comune ha sospeso l’attività per 10 giorni

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Merone - Il ristorante “La Limonaia“ di Merone rimarrà chiuso per dieci giorni, con attività sospesa dal Comune in conseguenza della segnalazione della Questura e denuncia del titolare. Un provvedimento amministrativo e penale che ha raggiunto la proprietà del locale per la terza volta in meno di un anno, sempre per circostanze analoghe: l’esercizio abusivo dell’attività di discoteca. A febbraio era stata notificata una sospensione della licenza per 30 giorni, mentre ad agosto dello scorso anno era stato chiuso per 7 giorni, sempre per esercizio abusivo dell’attività di sala da ballo. Quello che hanno appurato i poliziotti della Divisione Amministrativa della Questa, in quest’ultimo caso assieme ai carabinieri di Lurago d’Erba, è uno scenario praticamente identico a quanto già avvenuto in passato: nelle ore serali, il locale veniva trasformato in una discoteca abusiva. Le licenze di cui è in possesso il ristorante, riguardano solo l’attività di somministrazione di alimenti e bevande, ma periodicamente, una zona diventava un vero e proprio locale da ballo non autorizzato, con tanto di consolle per dj e clienti che ballavano fino a tarda ora, senza le condizioni di sicurezza strutturali previste dalla normativa per i locali pubblici da ballo.

Feste anche a tema , che venivamo pubblicizzate sui social dai partecipanti e da clienti pseudo-organizzatori, o referenti della raccolta di prenotazioni per le serate, con inviti che già preannunciavano il dopocena musicale: "Vi aspetto per un’altra bellissima serata alla Limonaia! Cena in riva al lago, musica live e super dj set". Anche in quest’ultimo caso, poliziotti e carabinieri hanno svolto una preventiva attività di osservazione in incognito come comuni clienti, documentando anche con video lo svolgimento di più serate disco con la partecipazione di numerose persone, in violazione della normativa. Osservando man mano come la veranda e lo spazio immediatamente esterno, si trasformavano con la creazione di una pista da ballo che veniva ricavata spostando gli arredi dalla zona centrale, la diffusione di musica con dj e la presenza di luci a intermittenza. Oltre alla normale attività di ristorazione, che consentiva di rimanere nella parte successiva della serata, il pagamento di un prezzo fisso di 10 euro consentiva anche di accedere direttamente alla zona discoteca per consumare al bar e ballare.